Dai laghi Pinter (olio su tela 30x90) di Stefania Paglialunga

dai laghi Pinter (olio su tela 30x90)
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martedì 30 giugno 2015

ETNATRAIL - Rifugio Sapienza 28 giugno 2015

Credevo di aver visto e vissuto un po' di tutto grazie alle mie numerose frequentazioni delle gare trail in giro per l'Italia, ma non avevo ancora provato la sensazione di salire per 150 mt di dislivello su un cumulo di lava che frana ad ogni passo. Il dislivello di 1.000 mt da percorrere in circa 7 km sicuramente presentava la gara come molto impegnativa. Ma, malgrado la descrizione di Aldo Siragusa durante il briefing prima della partenza, credo nessuno potesse immaginarsi cosa avremmo dovuto affrontare al 9° km. Dopo un'interminabile ascesa lungo il costone della Valle del Bove che ci lascia letteralmente a bocca aperta, arriviamo al primo punto di ristoro dove un vento molto freddo ed una fitta nebbia ci ricordano che siamo a quota 2.650 s.l.m. Comincia a far freddo ed il sudore comincia ad accentuare l'effetto sulla pelle e, più si sale, più si comincia a scorgere una strana formazione lavica, come due gobbe di cammello con un varco al centro sul quale cominciamo a scorgere la fila di atleti che arrivano alla sommità prima di attaccare la discesa. Capisco adesso che siamo in prossimità della Schiena dell'Asino: trattasi di un tratto nel quale la pendenza risulta tanto accentuata da costringerci a salire con l'aiuto delle mani. Ogni volta che percorri due passi, frani giù per uno. E' una situazione surreale vedere tutte queste persone che, come formiche, scalano questa collina lavica barcollando e scivolando ad ogni passo. Il vento comincia ad aumentare e il freddo è un problema, la vetta comincia ad avvicinarsi e le gambe sono sempre più affaticate. La nebbia non permette di godere il panorama che un posto così offre ma, dopo l'ultimo tratto di salita, finalmente si scorge il punto di inizio della discesa. Siamo in cima ad un cratere a quota 2.810 s.l.m. del quale percorriamo tutta la cresta e, dopo una piccola sosta per svuotare le scarpe dalla sabbia lavica, comincia la discesa. Adesso comincia il divertimento: posso lasciarmi andare e scendere come uno sciatore. Basta portare il peso del corpo a monte e lasciar fare alla forza di gravità. Il tratto di sabbia continua per qualche km con una pendenza inferiore e permette di far riposare le gambe affaticate dal tratto precedente.
Adesso la temperatura è salita e, dopo un tratto in cui comincia a comparire la vegetazione, entriamo nel bosco e ci colleghiamo al sentiero che percorreremo nella seconda parte della gara. Il resto del percorso risulta abbastanza regolare, ricco di vegetazione e con un fondo poco impegnativo.
Mi sento in dovere di citare il gesto davvero sportivo di Adolfo Sgammeglia il quale, essendosi accorto che ad un bivio mancava l'indicazione con la tradizionale fettuccia rossa, ha rinunciato alla sua gara e si è fermato sul posto per indicare la strada agli atleti dietro di lui. Credo che lo sport, quello vero, sia anche fatto di gesti come questo: tanto di cappello!!
Finalmente dopo 27 km l'ultima vera salita che ci porta al tratto di strada asfaltata di 1,5 km verso l'arrivo. Incontro la famiglia e percorro l'ultimo km in compagnia del nipotino Daniele che gusta insieme a me la gioia del traguardo. Sono trascorse 5 ore e 59 minuti ed anche questa è archiviata.


Ecomaratona delle Madonie - Polizzi Generosa 7 giugno 2015

Per me è la settima volta sulle otto edizioni fin ad ora disputate della gara. Anche se un po' in sordina, anche quest'anno in circa un centinaio ci ritroviamo nella piazza centrale di Polizzi Generosa.
Quest'anno voglio provare a partire molto piano per non incappare nella crisi della seconda salita e così comincio molto lentamente. Infatti alla prima vera salita, quella di Monte Cervi, non ho alcun problema e procedo a passo abbastanza spedito. Dopo la discesa da Piano Cervi arrivo al cospetto della seconda parte del percorso e, malgrado qualche difficoltà nel primo e più ripido tratto, non ho problemi a mantenere un ritmo che alterna corsa lenta a passo veloce. La giornata fortunatamente è abbastanza fresca, di tanto in tanto qualche nuvola attenua la morsa del sole e un leggero venticello mitiga gli effetti della fatica dovuta alla salita. Arrivo così a Madonna dell'Alto e mi preparo per l'interminabile discesa, non prima di essermi abbondantemente rifocillato al punto di ristoro in prossimità del santuario. Quassù, dando un'occhiata al cronometro (5 ore e 35 minuti),  mi rendo conto che forse avrei potuto osare un po' di più fin dall'inizio e forse ho percorso la prima parte di gara troppo lentamente ma, mettiamola così, mi sono stancato meno ed ho goduto maggiormente dello splendido panorama. Comincio la lunga discesa verso Polizzi e, dopo 1 ora e 40 minuti taglio il traguardo che mi consente di mettere in archivio la mia settima Ecomaratona delle Madonie.
Sono trascorse 7 ore e 15 minuti dalla partenza. Anche questa è fatta.
Anche quest'anno percorso perfetto ed indicazioni impeccabili. Complimenti agli organizzatori!


domenica 3 agosto 2014

Etnatrail 64 km - 2 agosto 2014



Dopo la conclusione della gara di 30 km dello scorso anno, avevo appreso la notizia che per l'edizione del 2014 la distanza sarebbe stata più che raddoppiata con un aumento notevole anche del dislivello. La mia reazione di allora era stata, a caldo, di rifiuto totale della sola idea di partecipare.
Ed infatti, come succede regolarmente, ieri alle 5.30 del mattino eccomi schierato ai nastri di partenza. 
Partiamo un quarto d'ora dopo a causa del leggero ritardo del sorgere del sole ed affrontiamo i primi 15 km al fresco, quasi totalmente in discesa con qualche strappetto di salita che non crea alcun problema alle gambe ancora fresche. Siamo scesi da quota 1.800 s.l.m. a quota 1.295 s.l.m.. Adesso però si comincia a fare sul serio, ci aspetta la prima delle due grandi salite: quella che ci porterà sulla cresta della valle del Bove a quota 2.200 s.l.m.. Passiamo dal rif. Citelli e facciamo scorta di acqua, infatti il prossimo ristoro sarà al 36 km per il passaggio intermedio da Piano Provenzana. Comincio la salita bene, le gambe ci sono ed imposto un passo regolare. Il tratto nel bosco mi consente di non avere problemi con il mio avversario principale: il caldo. Ed infatti puntualmente, quando si presenta l'ultimo tratto e il passaggio sulla cresta, con il sole già alto e molto caldo malgrado la quota, comincia la solita crisi. Neanche questa però distoglie la mia attenzione dallo splendido panorama che si ammira: a sinistra l'immenso bacino di lava dalla valle e a destra il mar Ionio.
Decido di fare una piccola sosta per alimentarmi e recuperare energie. E la scelta si dimostra azzeccata in quanto adesso posso affrontare la discesa verso Piano Provenzana con maggior lucidità. Finalmente, alle 11.50 circa arrivo al punto di ristoro e preparo, mangiando anche dei pezzi di prosciutto e polenta, la seconda e ben più dura salita. Scenderemo infatti per 4 km circa fino a quota 1.500 s.l.m. e quindi il nostro obiettivo sarà il cratere centrale dell'Etna a quota 3.000 s.l.m. Il rumore delle bocche recentemente aperte ci accompagna per tutta la gara. Continui boati come cannonate e rocce scagliate molto in alto sono quello che costantemente si vede puntando verso la cima del vulcano. La salita diventa veramente dura dopo il km 51. La pendenza aumenta notevolmente e non concede tregua alle gambe già provate dai passaggi attraverso le varie colate laviche. Anche in questo tratto imposto un passo regolare, ma nell'ultimo tratto comincio a sentire i principi di cedimento fisico che si manifesterà con tutte le sue conseguenze negli ultimi 2 km di salita, proprio sotto le bocche da cui provengono le cannonate di cui parlavo prima. Sembra proprio che la benzina sia finita ed il ritmo diventa davvero lento, l'andatura barcollante e il vento (molto forte a questa quota) sempre contrario. Ma ormai manca poco per la discesa finale e poi solo 5 km circa mi separeranno dall'aver vinto la mia scommessa: quella di arrivare sano e salvo.
Il primo tratto di discesa ci porta verso l'osservatorio e attraversiamo un piano che sembra essere più lunare che terrestre. Poco dopo si comincia a scendere nella sabbia lavica. Il tratto indubbiamente più divertente con una pendenza che mai avevo provato in cui bastava lasciarsi andare e tenere il corpo inclinato verso dietro. E' davvero emozionante girarsi ed osservare il dislivello percorso in poche centinaia di metri: sembra di essere scesi da un muro. Dopo qualche km ecco che vedo nuovamente Piano Provenzana. La solita sosta per svuotare le scarpe piene di sabbia lavica e l'ultimo tratto (molto pietroso) verso l'arrivo. Adesso è il momento di raccogliere tutte le energie ancora disponibili per completare questa avventura. Finalmente scorgo in lontananza le sagome di Stefania e Chiara che, come di consueto, mi incoraggiano e mi accompagnano letteralmente al traguardo. Concludo in 13 ore e 15 minuti. La scommessa con me stesso è vinta!


domenica 12 gennaio 2014

Ecotrail della Ficuzza - Il gran finale - 22 dicembre 2013



Gara come sempre affascinante e dura. Il terreno, tutto sommato in accettabili condizioni, nasconde tutte le insidie che in un terreno fangoso può incontrare un corridore. I polpacci devono fare gli straordinari e i crampi sono sempre in agguato. Siamo circa 250 e la giornata è dalla nostra parte: dopo un inizio con qualche nuvola minacciosa, uno splendido sole infatti ci illumina e ci prospetta una mattinata di puro divertimento. Mi sento bene e parto, come sempre, prudentemente. Il primo tratto infatti si corre senza particolari pendenze e ti permette di impostare un certo ritmo che viene successivamente smorzato dalla prima salita che ci porta verso il Gorgo Lungo, il Gorgo del Drago e la Peschiera del Re. Nella parte centrale si scende verso Santa barbara e si intraprende la salita verso il Pulpito del Re. Le gambe girano e mi accorgo che, anche in salita, riesco a tenere il ritmo di gente indubbiamente più forte (e leggera) di me. Nell'ultima discesa verso l'arrivo riesco ad impostare un'andatura veloce e taglio il traguardo con un ottimo (per me) tempo di 2 ore e 31 minuti. E' il mio miglior piazzamento da quando affronto questa gara.
Ed anche per quest'anno abbiamo finito, l'allegra brigata del trail può tirare le somme di una stagione che ha visto un numero inferiore di gare ma non una inferiore qualità dei percorsi. Adesso ci salutiamo e ci facciamo gli auguri e ci ritroveremo, come ogni anno, a marzo per il primo appuntamento del 2014.




mercoledì 7 agosto 2013

Etnatrail - Piano Provenzana 4 agosto 2013

In vista del traguardo
Arrivo in compagnia di Franco Mura
In attesa della partenza
Nel circuito Ecotrail Sicilia questa è senz'altro la gara più impegnativa, non tanto per la lunghezza del percorso (30 km), quanto per il dislivello e per le caratteristiche del paesaggio che si attraversa. Si parte da Piano Provenzana a  quota 1.800 s.l.m., un luogo che porta ancora i segni di una delle recenti eruzioni che ha completamente sepolto il rifugio. Da qui cominciamo una discesa che ci porta in circa 6 km a quota 1.600. Un bel percorso, quasi totalmente nel bosco, che può trarre in inganno chi non conosce o non ha studiato il tracciato. Giungiamo infatti nei pressi del rif. Citelli e da questo punto si comincia a fare sul serio: comincia la salita verso quota 2.200 dove percorreremo una cresta proprio sopra la valle del Bove. Lo spettacolo da quassù è stupendo: da un lato il mar Jonio e dall'altro un mare di lava all'interno di un enorme bacino. Si cammina su e giù su un costone di rocce vulcaniche ricoperto di lapilli e polvere di lava e per più di 1 km la cresta è popolata da un serpentone di atleti. Finalmente comincia la discesa, la sabbia lascia il posto ai lapilli e a cespugli di piante aromatiche dal profumo molto intenso e dalle spine molto appuntite: devo fermarmi infatti per rimuoverne alcune ben piantate sotto la pianta del piede. È molto suggestivo scendere fra i ciottoli di lava simulando i movimenti di uno sciatore e, se poi consideriamo che durante il percorso incontriamo numerosi nevai ricoperti dalla sabbia, il paragone risulta molto azzeccato. Al 16 km passo nuovamente dal punto di partenza ed incontro Stefania, Chiara e Martina che, come al solito, mi danno la carica incitandomi; adesso ne ho proprio bisogno perché, fra circa 5 km di discesa, inizierà il tratto più duro della gara: sono i 900 mt di dislivello  in circa 6,5 km che da quota 1.500 ci porteranno ai 2.420 del km 26,5. Mi raggiunge il mio amico Franco Mura che mi farà compagnia (molto preziosa) fino al traguardo. La pendenza diventa veramente notevole ed in questo tratto l'imperativo è di gestire le proprie forze. Le salite sono il mio punto debole ed adesso è molto importante soprattutto la tenuta mentale: passeremo infatti attraverso morene formate dalla lava sopra crateri molto profondi e sotto un sole cocente proprio nel momento più caldo della giornata. È davvero impegnativo salire sulle dune di sabbia nera quando fai un passo e scivoli di due. La scorta idrica ed i sali diventano essenziali e così', fra una sosta per bere o mangiare ed una per ammirare il posto davvero unico, giungiamo alla fine della salita. Solo 3,5 km e taglieremo il traguardo a Piano Provenzana. Ancora una volta affrontiamo una discesa stile slalom speciale e finalmente siamo in vista dell'arco dell'arrivo. Arriviamo in 5 ore e 59 minuti e l'espressione di soddisfazione si legge ampiamente nei nostri sguardi malgrado la fatica. Devo davvero ringraziare Franco per la compagnia e per il sostegno morale che mi ha dato soprattutto nella salita finale.




sabato 15 giugno 2013

Ecomaratona delle Madonie 7° edizione - Polizzi Generosa (PA) - 9 giugno 2013


Gli ultimi 50 mt

Ragazzi mi dispiace: ho bucato!
Questa volta sono arrivato al traguardo!!! Lo sottolineo perché non è stato facile a causa della solita crisi nella seconda salita al 22° Km. Ma...andiamo per gradi. La prima cosa che mi preme sottolineare è l'ottima organizzazione, come sempre, di Roberto Cipriano e Cinzia Cucco che, malgrado i grossi problemi nel reperimento delle risorse, hanno fatto uno sforzo notevole e regalato ancora una volta (speriamo ancora per tante altre) una manifestazione che porta le Madonie ad essere al centro dell'attenzione internazionale. Il percorso è stato praticamente perfetto: Mimmo Patti ha svolto un lavoro stupendo e, con la collaborazione dei lavoratori della Forestale, ha realizzato un tracciato dove tutto è stato previsto nei minimi dettagli. Bravo!!!!!!
Anche quest'anno parto molto piano, risparmio le energie per concentrarle tutte nel tratto in cui ne avrò più bisogno: la seconda salita. La giornata è limpida e, se da un lato questo è un fatto positivo dal punto di vista dell'osservazione del panorama, dall'altro è facile presagire un sole devastante nelle ore più calde della giornata: ed è proprio in quelle ore che avrei cominciato il tratto fatale. La prima salita, quella di Monte Cervi, malgrado la forte pendenza, non causa particolari danni. Riesco ad arrivare a Piano Cervi in buone condizioni e nelle medesime affronto la discesa verso Piano Noce. Al termine ci sarà l'inizio della salita di Vallone Madonna degli Angeli ed il sole già alto comincia a serrare la sua morsa. E così sia, anche oggi soffro il caldo e percorro la salita con difficoltà enorme. Fra una fermata e l'altra arrivo finalmente a Piano Jole al 27° km, proprio dove mi sono ritirato lo scorso anno, ma non voglio fermarmi. Mangio qualcosa al punto di ristoro e continuo la salita che diventa più forte verso Piano Grande. Con mio stupore mi accorgo che le gambe ricominciano ad andare: probabilmente il fresco dei 1.700 mt e l'ombra del bosco nel quale mi sono riposato precedentemente mi hanno permesso di recuperare le forze. Arrivo così con gran facilità a Monte S. Salvatore, a Madonna dell'Alto ed attacco la discesa verso Polizzi. Una gradita sorpresa è rappresentata dal single track che sostituisce la noiosa e pietrosa strada bianca: questo rende meno monotono questo tratto e aumenta il tasso tecnico della discesa. Fra una crisi ed un'altra ho perso più di un'ora e faccio il mio ingresso a Polizzi dove mi aspettano le scale prima di percorrere il corso principale e tagliare il traguardo. Nell'ultimo tratto sento le voci che mi incitano per gli ultimi 100 mt e in lontananza vedo la mia famiglia. Le ultime mie parole, prima di tagliare il traguardo, sono: "Ragazzi mi dispiace.....ma ho bucato!!!!". Sono passate 7 ore e 46 minuti!!!!!




mercoledì 1 maggio 2013

Ecotrail dei Monti Sicani - Palazzo Adriano (PA) 28 aprile 2013

Davanti al gabinetto la tensione pre-gara gioca brutti scherzi. 

Tutti pronti per partire
La seconda prova del circuito Ecotrail Sicilia 2013 ci vede partire dalla famosa piazza in cui è ambientato gran parte del film Nuovo Cinema Paradiso. La gara di 18 Km è costituita da due forti salite e da una discesa molto tecnica, ricca di insidie, che attraversa un fitto bosco. Siamo circa duecento fra partecipanti alla competitiva e al walktrail. La giornata è soleggiata ma, giunti nel punto più alto del percorso, incontriamo un forte vento che rallenta leggermente l'andatura. E' veramente affascinante il passaggio in quota lungo la cresta quando passiamo lungo un sentiero a destra del quale abbiamo un panorama, ed un burrone, veramente unico. Per quanto mi riguarda mi difendo abbastanza bene in salita e mi lancio quando la strada comincia a scendere. Dopo la seconda discesa si arriva alla salita finale, breve ma fatale, perché arriva dopo 17 km ed ha una pendenza notevole. Sono costretto a camminare per gran parte del tratto e così raccolgo anche le energie per la volata finale. Si arriva così finalmente alle porte del paese e si percorre una strada in pavet che porta all'arrivo. La vista della famosa fontana, come ogni anno, allieta i minuti immediatamente successivi alla conclusione della gara con  un'acqua veramente fresca e buona. Tanti fanno il pediluvio o addirittura si immergono. Per quanto mi riguarda concludo in 2 ore e 15 minuti: 13 minuti in meno dello scorso anno. Questo vuol dire che l'allenamento funziona!!!  




mercoledì 24 aprile 2013

Ecotrai di Casaboli - 21 aprile 2013

Foto Siciliarunning

Foto Siciliarunning
Una bella sgambata di 15 Km sotto una fitta pioggia. Il bosco di Casaboli ci mostra tutto il suo fascino anche con una giornata non proprio bella. Una gara con un dislivello totale non troppo elevato ma ricca di cambi di ritmo che si fanno sentire. Siamo circa in settanta a prendere il via dal parcheggio del parco avventura per poi arrivare nuovamente al punto di partenza dopo un bel giretto attraverso posti veramente suggestivi. Alla fine, malgrado la pioggia, una arrostita di salsiccia per festeggiare l'evento tutti insieme. Mi preme fare un complimento particolare alla società organizzatrice della gara, la Marathon Monreale, che ha sicuramente fatto un buon lavoro e speriamo che questo evento sia il primo di una lunga serie. 




giovedì 18 aprile 2013

Ecotrail di Monte Pellegrino - Palermo 14 aprile 2013



E si riparte.... Domenica 14 aprile l'appuntamento con la 1° prova del circuito Ecotrail Sicilia 2013 è alle 9,30. Si percorreranno i circa 16 Km che trovano nella valle del Porco e nella discesa della Rufuliata (variante Viller) i momenti maggiormente tecnici ed impegnativi. La giornata è davvero bella, un sole splendente riscalda gli atleti prima del via ed il terreno è in perfette condizioni. Oggi ci divertiremo. Siamo circa 200 fra partecipanti alla gara competitiva e non competitiva. Lo spirito è quello di sempre: il divertimento viene sempre prima del risultato. Dopo i primi 3 km in giro su e giù per il parco della Favorita (più su che giù), si attacca l'arrampicata della valle del Porco. Un serpentone di persone ansimanti anima la stretta gola che, con una pendenza da brivido ed in 1 km circa, ci porta al santuario di S. Rosalia. Giunti in cima ci aspetta un bel tratto di discesa lungo la scala vecchia fino a Mezzo Arancio. Si ricomincia quindi a salire lungo il c.d. sentiero del Principe fino a Pizzo Monaco dove si trovano le antenne proprio in cima al monte. Appena il tempo di rifiatare e un tratto di discesa tecnica con gradoni di roccia molto insidiosi ci riporta al santuario per poi imboccare il suggestivo percorso che attraversa il bosco di Pizzo Rufuliata lungo il quale sono presenti vari punti panoramici con vista mozzafiato sul golfo di Palermo. Infine si giunge alla discesa finale: la variante Viller. Sono circa 2,5 km di percorso nel bosco con continui cambi di direzione e pendenza, una vera manna per gli specialisti che in questo tratto possono davvero fare la differenza. Avevo previsto di impiegare circa 2 ore ed alla fine concludo in 2 ore e 9 minuti. Non posso lamentarmi anche se potevo sicuramente fare meglio. Ma, come ho detto prima e come ribadisco, in una gara di trail il tempo è una variabile secondaria, al primo posto viene sempre la soddisfazione di avere vinto una battaglia e di aver dimostrato a se stessi che i limiti esistono solo dentro di noi e aspettano solo di essere superati. E poi vuoi mettere il divertimento.........


domenica 28 ottobre 2012

Trailsprint Up & Down - Monte Pellegrino 28/10/2012

L'ultimo tratto di salita

In attesa della partenza per la discesa in compagnia di mio fratello Alessandro
Questa volta cominciamo dalla fine. Giungiamo all'arrivo durante un tremendo acquazzone e le nostre gambe sono completamente ricoperte di fango. C'era da aspettarselo, viste le previsioni dei giorni scorsi e le nuvole che, già dalla prima mattinata, avvolgevano il cielo di Palermo. Ma in fondo un pochino me lo auguravo, speravo che le condizioni meteo potessero rendere questa gara un poco più emozionante. Con il terreno pesante infatti riesco ad andare più forte in discesa e così posso recuperare parte dello svantaggio che accumulo durante la salita. Laddove peraltro la salita si chiama "Valle del Porco", allora è molto importante saper gestire le forze e non cedere alla tentazione di cominciare veloce: questo errore si pagherebbe con gli interessi. Così sono stato accontentato perché infatti, proprio durante il tratto in discesa, si è scatenato l'inferno. La gara è valida come 10° prova del circuito Ecotrail Sicilia 2012 e sostituisce la prova del Km verticale dei Carbonai di Castelbuono che, a causa di un disguido burocratico, non ha potuto prendere il via. La nuova formula prevede due parti: la prima in salita dal piazzale antistante Casa Natura alle falde di Monte Pellegrino con arrivo alle antenne e la seconda in discesa da Pizzo Monaco al punto di partenza. Le due prove sono divise da un intervallo di circa un'ora l'una dall'altra e mantenendo lo stesso ordine di partenza. Si parte singolarmente con un intervallo di 30 secondi fra un atleta e l'altro. Parto per 34° e so bene, come sempre, che l'unico obiettivo della salita, è quello di non perdere troppo terreno. Arrivo al santuario di S. Rosalia in 20 minuti circa riuscendo a superare indenne le insidie rappresentate dai tratti su rocce molto viscide così ripidi che impegnano anche le mani. Comincio così la seconda parte che, oltrepassata la strada asfaltata, ci conduce all'arrivo alle antenne. Gradoni di roccia molto insidiosi impongono una costante attenzione ad ogni passo. Ma alla fine l'obiettivo è raggiunto: l'incontro di Stefania e le voci dei miei amici mi fanno capire che è l'ultimo sforzo. Riesco anche a sprintare e concludo la salite in 32 minuti e 48 secondi. Giusto il tempo di mangiare qualcosa e cambiarsi e ci trasferiamo al punto di partenza della discesa. Adesso posso esprimermi al meglio ed infatti parto con le condizioni del terreno che preferisco. Il primo tratto in forte pendenza mi fa capire che mi sento bene. Le gambe girano ed il terreno pesante mi invoglia ad osare qualcosa in più. Giungo in prossimità della strada asfaltata in zona santuario e comincia un tratto pianeggiante che ci porterà a percorrere la Rufuliata o variante Viller (che prende il nome dal mio amico Viller Caruso che per primo ne ha tracciato il percorso). Questa è una discesa molto tecnica piena di tornanti e di insidie costituite dalle rocce molto scivolose e da pietraie che possono danneggiare le caviglie. Le scarpe sono molto infangate ma tengono ancora bene e la gambe cominciano a ricoprirsi di fango. A metà strada si scatena un diluvio che in pochi secondi mi rende inzuppato ed a quel punto, forse a causa di una forte scarica di adrenalina, comincio ad andare più forte. Supero indenne i tratti più pericolosi e imbocco il rettilineo verso l'arrivo. L'ultimo tratto in piano scorre infatti veloce veloce e procedo incurante del fango che, passo dopo passo, avvolge le mie scarpe. Taglio il traguardo in 25 minuti e 19 secondi. Adesso alla pioggia si aggiunge anche il forte vento. Ma il trail è anche questo ed anche oggi abbiamo trascorso una bellissima ed appagante giornata di sport.



domenica 14 ottobre 2012

Zingaro Trail - Castelluzzo (TP) - 14/10/2012


Se il piromane con la "P" maiuscola non avesse acceso quel maledetto fuoco, se quel maledetto fuoco non avesse bruciato e distrutto gran parte della vegetazione che ricopriva la riserva naturale dello Zingaro, se tutto questo non avesse impedito il passaggio delle persone nelle zone interessate, allora oggi il percorso della nona tappa del circuito Ecotrail Sicilia 2012 sarebbe stato diverso e, da molti punti di vista, ancora più panoramico. Ma chi corre il Trail sa adattarsi a tutti i percorsi e sa trarre spunti per divertirsi in ogni circostanza e così, come sempre, anche oggi abbiamo trascorso una fantastica giornata, abbiamo affrontato una bellissima gara ed abbiamo goduto delle bellezze di un percorso che, nella parte centrale, ha attraversato la parte alta della riserva dominando da 760 mt di quota tutto il tratto di costa che da monte Cofano arriva a Castellammare del Golfo. Partiamo da Macari ed affrontiamo immediatamente la salita che in 5 km ci porterà in cima alla montagna dello Zingaro a 760 mt di quota. Salita davvero dura che percorro in un'ora circa e che mette a dura prova la resistenza fisica. Questa volta l'affronto deciso e, considerando che la salita è il mio tallone d'Achille, mi difendo abbastanza bene. Arrivati in cima, veniamo avvolti da una fitta nebbia ed un forte vento ci accompagna lungo il percorso. Il terreno e le rocce bagnate costituiscono un'insidia per i piedi e le storte sono una seria minaccia. Il tratto più suggestivo si sviluppa lungo un alternarsi di salite e discese in un paesaggio in cui si osservano spesso i resti di alberi e cespugli bruciati in cui regna, grazie anche alla nebbia,   un'atmosfera quasi fiabesca. Ad una forte salita segue, quasi sempre, una forte discesa: così ci lanciamo in un tratto veramente impegnativo che ci porta a scendere in circa 4 km di circa 400 mt. Siamo al 15° km ed adesso comincia un tratto di circa 10 km che scenderà gradualmente verso l'arrivo. A mio avviso non merita particolare menzione il pezzo percorso nel letto di un fiume ed il monotono tratto di strada bianca che ci riporta nel lungomare della spiaggia di Castelluzzo. Concludo la prova in 2 ore e 54 minuti con qualche dolore ai piedi ed alle gambe dovuti soprattutto al tratto finale in asfalto. Comunque anche questa è andata!!!




giovedì 20 settembre 2012

Duathlon Off Road Ricordando Rosario - Madonie Fest 2012 - 16/09/2012 Piano Battaglia


Ancora una volta, nel nome di Rosario, si organizza una giornata in cui lo spirito di aggregazione ed i valori dello sport riuniscono tanti atleti e rispettive famiglie. Ha piovuto tanto nei giorni scorsi ma…oggi doveva esserci il sole. E così è stato. Forse qualcuno lassù ha aperto uno squarcio fra le nuvole per benedire questa splendida giornata. Ci sono i genitori di Rosario che si adoperano per la corretta riuscita della manifestazione. L'organizzazione è di livello: Roberto Cipriano e Giuseppe Cuttaia non hanno infatti bisogno di presentazioni ed il percorso è tracciato da Mimmo Patti che ci ha abituato a tracciati di grande qualità (anche oggi non si è smentito). Quest’anno l’occasione era ghiotta. Cimentarsi, nel contesto della stessa gara, in due specialità a me molto care: il trail che da anni  mi vede partecipare a tantissime gare e mi coinvolge quasi totalmente e la mountain bike che ho da poco scoperto e mi affascina tantissimo . Non ho pertanto avuto esitazioni a partecipare al Duathlon Off Road Ricordando Rosario che si è svolto a Piano Battaglia con partenza ed arrivo al Rif. Marini. La prima edizione, ancora in forma sperimentale ed inserita nel Madonie Fest 2012, si articola in tre fasi: 8 Km di trail che da Piano Battaglia portano in cima a Pizzo Carbonara per poi ritornare al punto di partenza attraverso una suggestiva e tecnica discesa lungo un bosco di faggi, 15 Km di MTB e precisamente tre giri di un percorso tra Battaglietta e la prima parte della pista di sci “Lo Sparviero” e 5 Km di trail ripercorrendo un giro completo del percorso MTB. E’ la prima volta che affronto una gara del genere e sono particolarmente curioso di scoprire come si comporteranno le mie gambe ed, in generale, il mio corpo. Il terreno, bagnato dalle piogge cadute abbondanti nei giorni scorsi, è particolarmente scivoloso e le scarpe, nella prima frazione, affondano nel fango abbondante. Si sale fino a Battaglietta e si comincia a salire verso la cima di Pizzo Carbonara. Affrontiamo circa 4 Km di ascesa con alcuni tratti abbastanza impegnativi e raggiungiamo la vetta in mezzo ad una fitta nebbia. Mi sento tranquillo e sto bene, ma decido di non forzare pensando al fatto che mi aspettano 15 Km di MTB. Fra l’altro sarà molto difficile riuscire a pedalare in alcuni tratti in cui il fango rende difficile anche camminare. Finalmente arrivo al rif. Marini e, cambiate le scarpe ed indossati caschetto e guanti, monto in sella alla bici per la seconda frazione. Nel primo tratto sono costretto a scendere in quanto la ruota posteriore slitta nel terreno fangoso. Poi, giunto a Battaglietta il percorso risulta leggermente più agevole, dapprima in leggera discesa e, successivamente in salita fino a ritornare sulla strada asfaltata. Percorriamo il tratto asfaltato fino all'inizio di un sentiero che ci conduce alla pista di sci  e ci addentriamo nel bosco percorrendo tratti di impegnativa salita e tecnica discesa. Si scivola spesso, soprattutto perché il sentiero è inclinato verso destra e le ruote non riescono ad avere presa sul terreno. Finalmente usciamo e percorriamo piano Battaglia fino al punto di partenza per iniziare i successivi giri. Alla fine, completate le tre tornate di bici, nuovo cambio di scarpe e partenza per la terza frazione di trail della lunghezza di 5 Km. Si percorre un giro dei tre percorsi con la MTB. Le gambe, in principio, sono legnose e fatico un poco ad affrontare il tratto fangoso iniziale. Successivamente la discesa mi fa acquistare un certo ritmo e riesco ad affrontare discretamente il tratto fino al traguardo. Concludo in 3 ore e 17 minuti e mi sono davvero divertito. Adesso tutti insieme, come al solito, a festeggiare la splendida giornata.  Viene offerto un pasta party presso il Parco Avventura delle Madonie e viene svolta la premiazione. Adesso mi aspetta una settimana di lavori blandi in vista della gara di MTB di domenica prossima sull'Etna.

martedì 21 agosto 2012

Ecotrail della Luna - Caltavuturo 18 e 19 agosto 2012

L'espressione di soddisfazione dopo l'arrivo della 1° tappa

L'arrivo della 2° tappa insieme a Franco Mura



Francamente non pensavo proprio di poter essere presente alla settima prova del circuito Ecotrail Sicilia 2012, la caduta sull’Etna mi aveva costretto a due settimane di stop agli allenamenti e a molte notti insonni a causa del forte dolore alla parte destra della cassa toracica. Due giorni prima delle gare la decisione: mi sento pronto a provare a correre ma, nel caso in cui il dolore si fosse riproposto, mi sarei prontamente fermato. Si affronteranno due prove: la 1° alle 20,30 del 18 agosto, muniti di lampada frontale e fischietto,  la 2° alle 8,30 del 19 agosto. In entrambe le prove si affrontano 13 Km ed il percorso sarà il medesimo. Una nuova formula, purtroppo obbligata, causata da un deprecabile motivo: il sindaco di Sclafani Bagni non concede il permesso agli atleti di transitare nel “suo” paese adducendo generiche e poco verosimili motivazioni. Non esprimo alcun giudizio e lascio a chi legge ogni possibile commento. Credo però che il danno maggiore sia stato subito proprio da Sclafani Bagni che perde un’occasione di visibilità. Malgrado ciò, l’idea di vedere il percorso che ho sempre affrontato di sera e di conoscere tutto ciò che circonda i sentieri che abbiamo sempre percorso nel buio totale non mi dispiace affatto. Alle 20,30 di sabato tutti pronti per il via dalla viva voce del sindaco di Caltavuturo. Si comincia subito con la salita di circa 2 Km verso la rocca di Sciara: una vera e propria scalata fra le stelle che ti porta ad una quota di poco più di 1.000 metri. Non sento alcun problema alle costole, ma ancora aspetto a cantar vittoria. Presto arriverà un lungo tratto di discesa e così potrò verificare se tutto è a posto. Giunto in vetta, comincio la discesa e, fortunatamente, mi rendo conto che il dolore è minimo e posso correre come so fare e come mi piace. Mi lancio alla grande e, come spesso in discesa (specialmente se tecnica), supero tantissime persone. Nonostante l’umidità causi una notevole sudorazione, il fresco della sera attenua gli effetti della fatica e così arrivo anche alla salita finale che mi porta al castello prima di scendere nuovamente al paese per l’arrivo. Concludo la 1° prova in 1 ora e 45 minuti. Sono soddisfatto perché mi sento di aver ripreso ad andare come voglio ed in salita (il mio “tallone d’achille”) sono riuscito a mantenere un’andatura accettabile. Adesso un boccone e tutti a nanna: alle 6,00 mi dovrò alzare e fare colazione ed alla 8,30 ci sarà la partenza per la 2° tappa. Pronti via, partiamo puntualissimi ed iniziamo immediatamente i 2 Km di salita delle rocca di Sciara. Scopro uno splendido panorama che di notte non potevo vedere ma vedo anche l’obiettivo da raggiungere che appare molto in alto e crea un certo senso di scoraggiamento. Ma, come spesso mi capita di pensare, basta mettere un piede davanti all’altro e non pensare troppo alla fatica. Questo permette di raggiungere obiettivi che non immagineresti. All’inizio della discesa ho una brutta sorpresa: avverto un dolore al fianco destro che non mi permette di correre forte come avevo fatto la sera prima. Forte delle esperienze precedenti, decido di mettere il pilota automatico, riduco l’andatura e mi rendo conto che, malgrado la visibilità sia ovviamente migliore di quella notturna, sicuramente non riuscirò ad eguagliare la prestazione precedente. Comunque vado e patisco particolarmente anche il forte caldo che, unito all’affaticamento della 1° tappa, riduce ulteriormente la velocità. Va bene così, adesso devo risparmiare energie per affrontare la salita finale che porta al castello sopra al paese ed inoltre, il fatto di andare più piano, mi permette di osservare meglio i posti che attraverso ed il panorama che mi si propone. All’ultimo ristoro mi rifocillo adeguatamente, mando giù qualche spicchio di mela, un paio di bicchieri d’acqua e mi lancio. Finalmente sono in cima e affronto gli ultimi gradini prima di rientrare in paese per l’arrivo. Proprio sul rettilineo finale sento la voce di Franco Mura, lo aspetto ed insieme tagliamo il traguardo abbracciati in 2 ore nette. Ho impiegato 15 minuti in più del giorno prima, ho sofferto particolarmente il caldo ma mi sento, come sempre mi accade, soddisfatto ed appagato. Adesso un bel mesetto di riposo ed allenamenti. Salterò l'Ecomaratona di Pantelleria (ottava prova), a settembre una gara di mountain bike tanto per cambiare sull’Etna e ad ottobre la nona prova del circuito, su un percorso di 25 Km, che si svolgerà nella R.N.O. delle Zingaro.



mercoledì 8 agosto 2012

Etnatrail - Piano Provenzana Linguaglossa - 05.08.2012

Sosta  al 17° km per lo svuotamento delle scarpe piene di sabbia lavica
Arrivo dopo 30 km a Piano Provenzana con Martina e Chiara
L’Etna, con il suo caldo abbraccio, accoglie la carovana del trail in occasione dell’Etnatrail: la sesta prova del circuito Ecotrail Sicilia che, per 30 lunghissimi chilometri, ha messo a dura prova la resistenza dei circa 200 atleti impegnati fra gara competitiva e walktrail. Dico caldo abbraccio perché la temperatura, già dal mattino, lascia presagire la difficoltà maggiore da superare. Si parte alle 8,30 da Piano Provenzana a quota 1.800 circa per procedere in piano e leggera discesa per i primi 5 – 6 Km. Il percorso risulta molto gradevole e, per molti tratti, in mezzo al bosco. Lo affronto molto tranquillamente, mi sento bene e fra me e me dico: oggi forse sarà una giornata in cui riuscirò a togliermi qualche soddisfazione. Al 7° km comincia la salita verso la valle del Bove a quota 2.200 e salgo bene: le gambe ci sono e la condizione generale sembra buona. Ma, durante uno dei tratti in discesa fra un cratere e l’altro lungo la strada, una rovinosa caduta stempera immediatamente il mio ottimismo. Il piede sbatte violentemente contro una pietra e mi fa perdere l’equilibrio. Cado rovinosamente e, oltre a procurarmi abrasioni e lividi in gran parte del corpo, urto violentemente la parte destra della gabbia toracica contro una pietra. Continuo ad andare ma, ad ogni passo, sento un dolore al petto ed una grossa difficoltà a respirare profondamente. Mi rendo conto che siamo ancora all’inizio della gara ma non voglio assolutamente prendere in considerazione l’idea del ritiro. Stringo i denti e continuo a salire. Raggiungo la fine della prima salita con una splendida vista: sulla sinistra la maestosa valle del Bove che mette quasi timore vista la quantità di lava depositata e l’enormità della superficie, sulla destra il mare Ionio. Difficile non soffermarsi ad ammirare tutto ciò. Ma adesso c’è da percorrere tutta la cresta: si sale e scende varie volte per circa 1,5 km per poi cominciare la lenta discesa alla volta del passaggio a Piano Provenzana. In salita cammino quasi normalmente ma, quando il respiro si fa affannoso, il dolore mi impone di fermarmi. In discesa patisco particolarmente ad ogni salto e, se voglio arrivare al traguardo, non devo esagerare. La cosa più saggia è usare molta cautela e decido affrontare la discesa di conseguenza. Arrivato al passaggio a Piano Provenzana incontro Stefania e le bambine, mi siedo un poco con loro anche per svuotare le scarpe dalla grande quantità di lava accumulata lungo il percorso. Adesso circa 3 km di discesa e poi la seconda e più dura salita alle bocche dell’eruzione del 2002 raggiungendo quota 2.420 mt. In discesa non riesco proprio a correre e così mi preparo ad affrontare i 7 km circa di ascensione. Comincio con un passo più lento di prima per evitare di trovarmi in particolare affanno e la tattica funziona. Tengo infatti un passo regolare e mi pongo un unico obiettivo: arrivare al cancello del 24 km prima delle 5 ore e 30 (tempo massimo oltre il quale la mia gara sarebbe stata interrotta). Nonostante il caldo soffocante anche a quote superiori ai 2000 mt, riesco a godere dello splendido panorama offerto dai crateri e dell’emozione di passare in uno strettissimo sentiero lungo il bordo fra enormi cavità nella montagna di lava. Per un momento dimentico il mio obiettivo ma, la vista del punto di ristoro, mi ricorda che ci sono riuscito. Riesco a transitare al km 24 in circa 5 ore e 14 e così posso continuare fino al traguardo. Adesso subentra la stanchezza. I successivi 2 km lungo una strada in salita sono molto duri, il sole sempre più forte ed anche le gambe adesso sono arrivate al capolinea. Arrivo al punto di ristoro in cima a 2.420 mt, mando giù un bicchiere di the, un paio di bicchieri d’acqua e parto per la discesa. Trovo una gradita sorpresa: la sabbia lavica rende particolarmente morbida l’andatura, posso lasciarmi andare senza subire forti contraccolpi e così posso correre. Finalmente vedo nuovamente Piano Provenzana e sento la voce di Aldo Siragusa: concludo in 6 ore e 44 circa e taglio il traguardo tenendo per mano Martina e Chiara. Sono veramente contento soprattutto per la mia tenuta psicologica: posso affermare che la testa ha prevalso sulle gambe. Adesso ho solo voglia di riposarmi e, fra l’altro, dai sintomi credo proprio che l’urto della caduta mi abbia provocato un’incrinatura ad una costola. Dopo l’arrivo vado dritto verso l’ambulanza per farmi medicare le ferite e poi a fare una meritata doccia per rimuovere il colore nero assunto dal mio corpo. Sembrerà strano ma, nonostante quanto accaduto, questa gara mi ha soddisfatto molto e sicuramente sarà una di quelle che ricorderò più a lungo.





venerdì 6 luglio 2012

Ecotrail delle Valle dell'Imera - Borgo Turolifi (CL) - 01/07/2012

La doccia liberatoria a fine gara. Foto G. Maniscalco
Come in un'automobile per ridurre la temperatura occorre versare acqua nel radiatore, così anche per il nostro corpo avviene che in alcuni casi bisogna raffreddare i "circuiti". Penso che la foto sopra si commenti da sola.
Trovarsi in mezzo a distese di terra da attraversare ad una temperatura superiore ai 40 gradi, percorrere tratti di salita quasi verticali sotto un sole che ti rende ogni passo pesante oltre ogni immaginazione, attraversare più volte un fiume e constatare che l'acqua ha la temperatura di uno scaldabagno, bagnare il volto ed il cappello ad ogni punto di ristoro ed accorgersi che, dopo qualche minuto, sono nuovamente asciutti: queste sono solo alcune delle sensazioni che abbiamo vissuto percorrendo i circa 16 Km della gara. Già lo scorso anno avevamo sofferto particolarmente le alte temperature di una delle zone più calde della Sicilia, ma quest'anno il termometro ha fatto segnare sicuramente il record di calore. Siamo circa in 200 fra partecipanti alla gara competitiva ed al walktrail, partiamo con qualche minuto di ritardo rispetto a quanto prefissato ed, in mezzo ad un nuvolone di polvere sollevata calpestando la terra arsa dal sole, affrontiamo la prima salitella subito fuori dal borgo. Basta passare per i campi e ti rendi subito conto che oggi si dovrà ridurre l'andatura a causa del gran caldo. Il sole non fa sconti ed in questi casi la giusta idratazione assume un ruolo assolutamente vitale. Il pezzo forte è la seconda salita che mette a dura prova la resistenza del fisico: la affronto con molta cautela sotto un sole che, già alto, sferra un attacco micidiale ed alla fine riesco anche a terminarla senza particolari danni. Al 11 Km una graditissima doccia abbassa la temperature del corpo e consente di riprendere con più energia l'avvicinamento al traguardo. Poi si scende fino ad arrivare nuovamente al fiume e quindi l'ultima salita, anch'essa quasi verticale, sferra il colpo di grazia al fisico che ha già accumulato troppo calore. Adesso c'è bisogno veramente di rinfrescarsi ancora di più e, poco dopo, quasi in prossimità del traguardo, ci viene concessa una seconda doccia. Adesso ci aspetta un mese di allenamenti ed il 5 agosto la 30Km dell'Etna. Anche in questa gara la temperatura sarà molto alta e l'esperienza di Borgo Turolifi sicuramente molto preziosa.



giovedì 7 giugno 2012

Ecomaratona delle Madonie - Polizzi Generosa (PA) - 03/06/2012

Foto di Davide Sabatino

Forse per causa del gran caldo, forse per causa di una preparazione inadeguata, forse per causa di una momentanea indisposizione, forse per causa dell'affaticamento delle gare dei mesi precedenti o forse per una causa che ignoro, questa foto rappresenta in pieno la mia prestazione alla sesta edizione dell'Ecomaratona delle Madonie. Parto, come ogni anno, molto cauto conoscendo molto bene il mio punto critico: la seconda salita del vallone Madonna degli Angeli. Ma già dai primi chilometri capisco che oggi non è giornata. Il mio fisico non risponde come di consueto e, ben presto, mi trovo in seria difficoltà. Per il resto della gara infatti alterno momenti di sconforto a timidi accenni alla corsa. Incontro mia moglie e le mie figlie in prossimità dell'inizio del sentiero degli Abies nebrodensis che, anche loro, si rendono conto che sarebbe un errore continuare a spremere il fisico che non ne vuole più. Grazie al mio amico Davide Sabatino decido di continuare ancora fino al punto di ristoro di Piano Jole al 27° Km. Adesso sono veramente sicuro di porre fine alla mia gara, anche se sono quasi arrivato alla vetta. Non trovo una causa precisa per il mio ritiro, solo un gran senso di debolezza e sensazione di vomito quasi costante. Oltretutto mi preoccupa l'idea di affrontare in queste condizioni la lunghissima discesa di Madonna dell'Alto. Saluto e ringrazio Davide che mi ha incoraggiato a lungo e attendo il primo passaggio che mi avrebbe riportato alla partenza.  Anche quest'anno mi preme mettere in evidenza l'ottima organizzazione e la perfetta tracciatura del percorso. La presenza di circa 300 mt di dislivello in più e l'eliminazione di alcuni tratti di strada pietrosa a vantaggio di single tracks meno monotoni e più panoramici ha aggiunto qualcosa in più al già alto coefficiente tecnico del percorso. Insomma un appuntamento da non mancare. Ed infatti già penso alla mia rivincita l'anno prossimo. 






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