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L'ultimo tratto di salita |
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In attesa della partenza per la discesa in compagnia di mio fratello Alessandro |
Questa volta cominciamo dalla fine. Giungiamo all'arrivo durante un tremendo acquazzone e le nostre gambe sono completamente ricoperte di fango. C'era da aspettarselo, viste le previsioni dei giorni scorsi e le nuvole che, già dalla prima mattinata, avvolgevano il cielo di Palermo. Ma in fondo un pochino me lo auguravo, speravo che le condizioni meteo potessero rendere questa gara un poco più emozionante. Con il terreno pesante infatti riesco ad andare più forte in discesa e così posso recuperare parte dello svantaggio che accumulo durante la salita. Laddove peraltro la salita si chiama "Valle del Porco", allora è molto importante saper gestire le forze e non cedere alla tentazione di cominciare veloce: questo errore si pagherebbe con gli interessi. Così sono stato accontentato perché infatti, proprio durante il tratto in discesa, si è scatenato l'inferno. La gara è valida come 10° prova del circuito Ecotrail Sicilia 2012 e sostituisce la prova del Km verticale dei Carbonai di Castelbuono che, a causa di un disguido burocratico, non ha potuto prendere il via. La nuova formula prevede due parti: la prima in salita dal piazzale antistante Casa Natura alle falde di Monte Pellegrino con arrivo alle antenne e la seconda in discesa da Pizzo Monaco al punto di partenza. Le due prove sono divise da un intervallo di circa un'ora l'una dall'altra e mantenendo lo stesso ordine di partenza. Si parte singolarmente con un intervallo di 30 secondi fra un atleta e l'altro. Parto per 34° e so bene, come sempre, che l'unico obiettivo della salita, è quello di non perdere troppo terreno. Arrivo al santuario di S. Rosalia in 20 minuti circa riuscendo a superare indenne le insidie rappresentate dai tratti su rocce molto viscide così ripidi che impegnano anche le mani. Comincio così la seconda parte che, oltrepassata la strada asfaltata, ci conduce all'arrivo alle antenne. Gradoni di roccia molto insidiosi impongono una costante attenzione ad ogni passo. Ma alla fine l'obiettivo è raggiunto: l'incontro di Stefania e le voci dei miei amici mi fanno capire che è l'ultimo sforzo. Riesco anche a sprintare e concludo la salite in 32 minuti e 48 secondi. Giusto il tempo di mangiare qualcosa e cambiarsi e ci trasferiamo al punto di partenza della discesa. Adesso posso esprimermi al meglio ed infatti parto con le condizioni del terreno che preferisco. Il primo tratto in forte pendenza mi fa capire che mi sento bene. Le gambe girano ed il terreno pesante mi invoglia ad osare qualcosa in più. Giungo in prossimità della strada asfaltata in zona santuario e comincia un tratto pianeggiante che ci porterà a percorrere la Rufuliata o variante Viller (che prende il nome dal mio amico Viller Caruso che per primo ne ha tracciato il percorso). Questa è una discesa molto tecnica piena di tornanti e di insidie costituite dalle rocce molto scivolose e da pietraie che possono danneggiare le caviglie. Le scarpe sono molto infangate ma tengono ancora bene e la gambe cominciano a ricoprirsi di fango. A metà strada si scatena un diluvio che in pochi secondi mi rende inzuppato ed a quel punto, forse a causa di una forte scarica di adrenalina, comincio ad andare più forte. Supero indenne i tratti più pericolosi e imbocco il rettilineo verso l'arrivo. L'ultimo tratto in piano scorre infatti veloce veloce e procedo incurante del fango che, passo dopo passo, avvolge le mie scarpe. Taglio il traguardo in 25 minuti e 19 secondi. Adesso alla pioggia si aggiunge anche il forte vento. Ma il trail è anche questo ed anche oggi abbiamo trascorso una bellissima ed appagante giornata di sport.