Dai laghi Pinter (olio su tela 30x90) di Stefania Paglialunga

dai laghi Pinter (olio su tela 30x90)
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martedì 19 febbraio 2013

Ciaspolata delle Madonie - Piano Battaglia 17/02/2012

Come ogni anno il mese di febbraio ci propone un appuntamento veramente divertente e da non mancare. La Ciaspolata delle Madonie è ormai entrata a far parte di diritto degli appuntamenti sportivi di rilievo. L'idea di correre con le ciaspole incarna senza dubbio la voglia di natura che in questi ultimi anni si diffonde a macchia d'olio nel panorama sportivo della nostra isola ma non solo. Su strada, con la pioggia, con il sole, con la neve, con le ciaspole, sulle pietre, sull'erba, dovunque....l'importante è correre. La neve è abbondante e la nevicata di sabato sera ha ulteriormente incrementato il manto bianco. Partendo da Palermo, la giornata si presenta piovosa e questo lascia presupporre il verificarsi di nevicate così come gli scorsi anni. Ma, giunti a destinazione, abbiamo una gradevole sorpresa: uno splendido sole sembra aver avuto la meglio sulle nuvole minacciose e ci scalda tanto che possiamo anche alleggerirci per poter correre più agevolmente sulla neve. Svolte le operazioni di punzonatura, comincia il breve briefing in cui il buon Mimmo Patti ci illustra il percorso e le possibili insidie che ci si possono presentare. L'abbondante nevicata della notte ha infatti ricoperto lo strato di neve in precedenza compattata creando i presupposti per una faticata superiore a quanto previsto. Le ciaspole affonderanno particolarmente mettendo a dura prova le caviglie e costringendo i muscoli delle gambe ad un lavoro extra. I giri da percorrere sono 3. Si parte dal gazebo posto in prossimità del posteggio di Battaglietta e si percorre il perimetro della valle in un continuo alternarsi di salite ed insidiose discese. Il movimento innaturale delle gambe costituisce la principale difficoltà da affrontare. Per metà del primo giro stiamo tutti insieme seguendo Mimmo Patti che ci guida lungo il percorso. Successivamente il gruppo si divide creando così la gerarchia che sarà rispettata fino alla fine della gara. Come ogni anno il ringraziamento principale va a Roberto Cipriano e Mimmo Patti, già rispettivamente organizzatore e responsabile del percorso dell'Ecomaratona delle Madonie. Grazie a loro abbiamo la possibilità di partecipare ad un evento non certamente nella tradizione siciliana ma che costituisce sicuramente un occasione per valorizzare il nostro patrimonio paesaggistico e per far conoscere la possibilità di praticare sport invernale anche nella nostra isola. Fra l'altro ci sono dei progetti che potrebbero aumentare l'afflusso di partecipanti per i prossimi anni.

lunedì 24 dicembre 2012

Salita a Monte Cuccio - 24/12/2012

Vista di Palermo

L'ultima fatica

La vetta



Insieme a Stefania approfittiamo della splendida giornata per vedere la città da lassù, per ammirare a 360 gradi la bellezza della conca d'oro. Partiamo dal cimitero di san Martino e saliamo lungo la strada che, tornante dopo tornante, ci conduce a portella S. Anna. Imbocchiamo quindi la strada a destra che continua a salire  verso la cresta in direzione monte Cuccio. La salita alterna tratti molto ripidi ad altri più abbordabili, comunque è costante fino a quando, arrivati in quota, si comincia a scendere verso il piano proprio sotto la vetta. Incontriamo un paesaggio veramente incantevole, coperto abbondantemente dal prato e popolato per molti tratti da pinete. Si passa da una grande vasca in cui è raccolta una notevole quantità d'acqua che attira tante mucche che rendono il terreno particolarmente insidioso e, subito dopo, si comincia la salita finale. Questa è molto ripida e nel primo tratto passiamo da un bosco per poi uscire ed affrontare gli ultimi tornanti allo scoperto. Inutile sottolineare il panorama che, in ogni punto, evidenzia tutta la costa fino a san Vito e tutta la parte interna per molti chilometri. Finalmente siamo in cima e guardiamo da vicino ciò che abbiamo sempre visto da sotto come un gigante che domina la città. L'assenza di foschia ci permette di scorgere anche Ustica e la nostra fatica è ampiamente ripagata. Come sempre accade, facciamo fatica ad andar via. Ma qualcosa mi fa pensare che ritorneremo presto, chissà magari con Martina e Chiara. Penso che, vinta la voglia di restare a letto, saranno contente di vedere il mondo da quassù! 

sabato 23 gennaio 2010

Valle d’Ayas

Luoghi meravigliosi che fanno gioire tutto l'essere di coloro che amano camminare, come noi, fino a quando attraverso la fatica ci sentiamo dentro ai luoghi che amiamo. Attraverso l'affaticamento fisico li conquistiamo davvero, e diventiamo degni di osservare lo spettacolo che riserva la natura. Questa se la rispettiamo davvero ci ripaga, e ci appare con un volto che si rivela solo a coloro che la amano.
Valle d'Ayas
Questo incanto si respira in Valle d'Ayas, una delle più belle valli delle Alpi italiane, per chi ama visitare la montagna a piedi. Qui le mete delle passeggiate sono splendide ma anche un pretesto per camminare e osservare la Valle interamente. Camminando in questa valle ogni passo emoziona, perchè rivela una bellezza armonica.
                    



Noi elenchiamo qui alcune passeggiate che ci sono piaciute, ma questa valle comunque la si attraversi sa incantare.


Il lago Blu da Saint Jacques
Saint Jacques si raggiunge con l’auto dopo aver attraversato tutta la valle d’Ayas. Da qui comincia il sentiero che porta fino al rifugio Mezzalama. Da Saint Jacques (1689 m slm) si attraversa un bosco su un pendio di circa 500 mt di dislivello. In un’ora si giunge alla Piana di Verra inferiore (2050 m slm), ai piedi dei ghiacciai del monte Rosa. La montagna si  scorge magnifica. Continuando a seguire il sentiero, presto si biforca. Da qui in mezzora si giunge al Lago Blu a 2264 mt slm. E' posto tra la rocca di Verra e due costoni di terra riportata dalla continua erosione del ghiacciaio di Verra che poco più in alto si esaurisce. Il fascino di questo lago è dato da un colore specialissimo che è identico al turchese. Fin qui questo sentiero è facilmente percorribile… 













Il lago blu  e   Il piano di Verra inferiore





cartina valle d'Ayas 1:50 000


Da Champoluc si può intraprendere parzialmente il sentiero Walser raggiungendo Cuneaz percorrendo il sentiero attraverso il bosco oppure con l'ovovia. Da qui in pochi minuti si raggiunge un piccolissimo lago detto delle rane per la presenza, a luglio, di molti girini. Oppure si intraprende il sentiero fino ai laghi Pinter.

Cuneaz (2032 mslm)
Si raggiunge con l’ovovia da Champoluc o attraversando un sentiero lungo una pista da sci superando un dislivello di circa 500 mt sotto gli alberi di un fitto bosco.



Cuneaz è uno dei villaggi Walser di alta montagna che dal 1800 non è più abitato tutto l'anno, ma la cui vitalità ci appare come sospesa da una magia che spesso trasmette la montagna. Si presenta con una struttura autonoma; sono presenti una cappella che lo rendeva centro spirituale, e  l'antico forno comunitario.
E' testimonianza di un passato vissuto ad alta quota ed è depositario delle tracce della colonizzazione Walser di Ayas: tracce storico culturali, ma soprattutto linguistiche. Colonie Walser furono probabilmente: St. Jacques (1689 m. slm), Resy (2072 m. slm), Sousson (1950 m slm), Crest (1980 m slm), Frantse (1935 m slm), Cuneaz (2032 m slm), Mascognaz (1822 m slm). Tali tracce della più antica colonizzazione (XII sec) del popolo Walser sono state oggetto di un progetto interculturale tra la Confederazione Elvetica e l'Italia ed hanno prodotto la rivalutazione e l'individuazione di un Grande Sentiero Walser che può venir attraversato a piedi interamente dormendo nei bivacchi e nei rifugi o parzialmente scegliendo tappe di una giornata.(comunità montana Walser, http://www.walserlang.org).
Solo per qualche settimana d’estate, il villaggio in parte si rianima e, fino a circa dieci anni fa, nella prima settimana di Agosto organizzavano una festa. Una festa agreste organizzata da alcuni pastori del luogo che preparavano polenta e salamelle sul prato scosceso al di sotto del quale si svolgeva la Battaille des reines.


I laghi Pinter
Da Champoluc ad Ostafa con l’ovovia e poi con la seggiovia. Ad Ostafa il panorama è splendido sul Cervino e sulla valle di Ayas. Da qui non si può non camminare perché viene un impulso irrefrenabile di salire un po più su per vedere ancora meglio tutta la meraviglia che ci circonda. Da Ostafa infatti parte un sentiero che porta ai laghi Pinter. Dalla carta del Grand tour dell’Alp abbiamo intrapreso il sentiero n° 12, che si sviluppa tutto sotto la Testa Grigia (3315 mslm) per un’ora circa lungo un mezza costa stretto e molto scosceso, in alcuni tratti con delle catene poste per sicurezza. Giunti alla meta la nostra emozione era indescrivibile.

Dai laghi Pinter olio su tela (30x 90) Stefania Paglialunga
Il tempo era buono, il cielo era limpido, e da li scorgevamo le Alpi della Valle d’Aosta e di fronte a noi il Monte Bianco. Inoltre era magnifico il Cervino, la Gobba di Rollin ed il Breithorn. Insieme a questo panorama stupefacente i laghi erano davvero stupendi uno dei quali era ancora ghiacciato.


Ai laghi Palasina e Bruguez
Da Brusson abbiamo iniziato a camminare per il lago di Bringuez attraversando un bosco ed inerpicandoci oltre. Siamo arrivati al lago di Bringuez, dopo più di tre ore superando un dislivello di 1200 mt. Da qui si può proseguire per i laghi Palasina che però non abbiamo raggiunto per le condizioni del tempo. Abbiamo quindi lasciato quella direzione per raggiungere Lavassey  e poi La Manda ed infine abbiamo raggiunto l’auto a Brusson.
I laghi Palasina vengono raggiunti solitamente da Estoul e la passeggiata da qui è davvero facile (circa 2 ore e 30 minuti) con un declivio leggero. 
Da Estoul è incantevole e facile raggiungere anche il lago Litteran.
In questa ascesa, prima di raggiungere il lago Bringuez, ci siamo resi conto che la strada era molto più lunga del previsto. In quel momento ho guardato le Alpi all'orizzonte, mi sono sentita persa su una montagna che era inaspettatamente grandissima, da far paura, ma che nello stesso momento mi incantava.

 Valle d'Ayas olio su tela 24x30 (Stefania Paglialunga)
Mi sono sentita lontana da tutto ma mai tanto vicina a me stessa. Di fronte a me i miei occhi guardavano quel quadro reale attraverso il quale io conservo intatta l’emozione di quel momento.
Questo gruppo di case sparse è uno dei numerosi piccoli hameaux situati nei valloni laterali della valle (probabile testimonianza walser).

Cartina valle d'Ayas 1 :50 000

Da  Ayas si può osservare la valle camminando ad ovest lungo diversi sentieri che sono tracciati quasi sempre paralleli alle curve di livello. In particolare da Barmasc, appena sopra Ayas, il sentiero n° 5 segue il torrente rue Cortot fino alla sua sorgente.

sentiero n° 5


S. P.

venerdì 1 gennaio 2010

San Silvestro sulle orme dell'Ecomaratona delle Madonie

La magnifica giornata del 31 dicembre ci ha visto affrontare una splendida passeggiata percorrendo parte del percorso dell'Ecomaratona delle Madonie e precisamente la parte che dal 21° Km porta all'incantevole santuario di Madonna dell'Alto al 30° Km passando per il punto più alto della gara sulla cima di Monte San Salvatore.
Si parte da quota 1.250 s.l.m. dal cancello di ingresso alla strada della Forestale per Quacella lungo la strada provinciale che da Portella Colla conduce a Polizzi Generosa.


 Il cancello di ingresso a Quacella

Si comincia a salire fin dal principio percorrendo, per circa 1.5 Km, una strada bianca ben definita che ci porterà all'inizio del sentiero degli Abies Nebrodensis.


Inizio della salita 
Lungo la salita iniziale
Inizio sentiero degli Abies nebrodensis
Indicazioni percorso
Dopo il ponticello di legno comincia uno dei percorsi più suggestivi del tracciato. Percorsa la scalinata, si comincia a scendere per circa 100 m fino ad arrivare all'ingresso del bosco ed alla prima recinzione che delimita l'area protetta nella quale si può ammirare il primo degli esemplari, unici al mondo, di Abies nebrodensis (abete dei Nebrodi). Da questo punto comincia una salita abbastanza impegnativa che ci fa immergere nello splendido bosco di faggi circondati dallo incantevole scenario del vallone Madonna degli Angeli. Lungo la strada incontriamo anche una sorgente che risulta molto gradita a chi si trova nel bel mezzo di una salita come questa. In circa 1,5 Km giungiamo ad un bivio che, a destra, indica la strada per la prova non competitiva di 14 Km (e porta a C.da Sanguisughe ricongiungendosi con la parte finale della gara di 43 Km), a sinistra indica la direzione da prendere per  l'Ecomaratona. Ci troviamo ad un altitudine di 1.550 m s.l.m. ed al 24° Km circa della gara.


Inizio discesa iniziale 
Salita verso il bosco di faggi

Abies nebrodensis
Salita nel bosco
Bivio 43 Km - non competitiva
La salita si fa più dolce e, passando per alcune pietraie, si arriva ad un boschetto di pini ed infine si giunge ad un piano fuori dal bosco dove, oltre a rifiatare dopo la salita, si può godere di uno splendido panorama. Percorrendo qualche centinaio di metri, infatti, nelle giornate di cielo sereno si possono scorgere di fronte a noi le isole Eolie. Siamo nel 25°Km circa a quota 1.630  s.l.m.


Una delle pietraie
 Inizio del boschetto di pini
Dal piano al panorama                             
Le isole Eolie
La strada si mantiene pressocchè pianeggiante per circa 1,5 Km. Quindi si giunge a Piano Iola. Ci ricongiungiamo con la strada della Forestale intrapresa all'inizio del percorso e, giunti ad un bivio, svoltiamo a destra verso Piano Grande (a sinistra si va verso il Vallone di Frà Paolo e Pomieri). La strada comincia a salire notevolmente per altri 650 m circa fino a raggiungere un grande pianoro  percorso il quale si giunge a Piano Grande a 1.750 m s.l.m. al  27° Km.
Indicazioni al bivio
La salita verso Piano Grande
Il tratto prima di piano Grande
Vista di Polizzi Generosa              
Al bivio, imbocchiamo una strada ben segnata e larga che sale a sinistra verso monte San Salvatore. Si tratta di salita ma un pò più leggera rispetto alle precedenti ed, in circa 1.5 Km, giungiamo al punto più alto della gara. Siamo a 1.890 m s.l.m. ed al 29° Km. Il panorama ripaga ampiamente la fatica.


Il bivio per monte S. Salvatore
Cavalli bradi
La salita verso la cima
Il passaggio in cima
Imboccando il sentiero appena segnato sulla destra rispetto all'antenna posta sulla cima del monte comincia una delle parti più tecniche del percorso: la discesa che porta, attraverso un incantevole bosco di faggi, alla sorgente di Madonna dell'Alto. Sembra quasi di navigare sul tappeto di foglie di cui è ricoperto il tracciato a zig zag fra gli alberi.


Il sentiero verso la discesa 
La discesa nel bosco di faggi
Altro tratto di discesa
La sorgente
Dopo circa 900 m di forte discesa finalmente si esce dal bosco e si giunge alla sorgente. Ormai è fatta .... mancano 350 m di forte salita e il santuario di Madonna dell'Alto è raggiunto. Un giro intorno alla costruzione, il punto di ristoro e siamo pronti ad affrontare la terribile discesa di circa 13.5 Km per portare a compimento la gara. Non prima però di aver ammirato tutto quanto si può vedere da quassù. Si scorge infatti il panorama di mezza Sicilia, l'Etna ed, a 360°, il parco delle Madonie. Adesso noi torniamo indietro, ma facciamo molta fatica ad andar via.


Indicazioni per il santuario
L'ultima fatica
Adesso siamo in cima
Il santuario di Madonna dell'Alto
L'Etna visto da quassù
Mappa percorso
Grafico elevazione




F.S.

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