Dai laghi Pinter (olio su tela 30x90) di Stefania Paglialunga

dai laghi Pinter (olio su tela 30x90)

domenica 28 ottobre 2012

Trailsprint Up & Down - Monte Pellegrino 28/10/2012

L'ultimo tratto di salita

In attesa della partenza per la discesa in compagnia di mio fratello Alessandro
Questa volta cominciamo dalla fine. Giungiamo all'arrivo durante un tremendo acquazzone e le nostre gambe sono completamente ricoperte di fango. C'era da aspettarselo, viste le previsioni dei giorni scorsi e le nuvole che, già dalla prima mattinata, avvolgevano il cielo di Palermo. Ma in fondo un pochino me lo auguravo, speravo che le condizioni meteo potessero rendere questa gara un poco più emozionante. Con il terreno pesante infatti riesco ad andare più forte in discesa e così posso recuperare parte dello svantaggio che accumulo durante la salita. Laddove peraltro la salita si chiama "Valle del Porco", allora è molto importante saper gestire le forze e non cedere alla tentazione di cominciare veloce: questo errore si pagherebbe con gli interessi. Così sono stato accontentato perché infatti, proprio durante il tratto in discesa, si è scatenato l'inferno. La gara è valida come 10° prova del circuito Ecotrail Sicilia 2012 e sostituisce la prova del Km verticale dei Carbonai di Castelbuono che, a causa di un disguido burocratico, non ha potuto prendere il via. La nuova formula prevede due parti: la prima in salita dal piazzale antistante Casa Natura alle falde di Monte Pellegrino con arrivo alle antenne e la seconda in discesa da Pizzo Monaco al punto di partenza. Le due prove sono divise da un intervallo di circa un'ora l'una dall'altra e mantenendo lo stesso ordine di partenza. Si parte singolarmente con un intervallo di 30 secondi fra un atleta e l'altro. Parto per 34° e so bene, come sempre, che l'unico obiettivo della salita, è quello di non perdere troppo terreno. Arrivo al santuario di S. Rosalia in 20 minuti circa riuscendo a superare indenne le insidie rappresentate dai tratti su rocce molto viscide così ripidi che impegnano anche le mani. Comincio così la seconda parte che, oltrepassata la strada asfaltata, ci conduce all'arrivo alle antenne. Gradoni di roccia molto insidiosi impongono una costante attenzione ad ogni passo. Ma alla fine l'obiettivo è raggiunto: l'incontro di Stefania e le voci dei miei amici mi fanno capire che è l'ultimo sforzo. Riesco anche a sprintare e concludo la salite in 32 minuti e 48 secondi. Giusto il tempo di mangiare qualcosa e cambiarsi e ci trasferiamo al punto di partenza della discesa. Adesso posso esprimermi al meglio ed infatti parto con le condizioni del terreno che preferisco. Il primo tratto in forte pendenza mi fa capire che mi sento bene. Le gambe girano ed il terreno pesante mi invoglia ad osare qualcosa in più. Giungo in prossimità della strada asfaltata in zona santuario e comincia un tratto pianeggiante che ci porterà a percorrere la Rufuliata o variante Viller (che prende il nome dal mio amico Viller Caruso che per primo ne ha tracciato il percorso). Questa è una discesa molto tecnica piena di tornanti e di insidie costituite dalle rocce molto scivolose e da pietraie che possono danneggiare le caviglie. Le scarpe sono molto infangate ma tengono ancora bene e la gambe cominciano a ricoprirsi di fango. A metà strada si scatena un diluvio che in pochi secondi mi rende inzuppato ed a quel punto, forse a causa di una forte scarica di adrenalina, comincio ad andare più forte. Supero indenne i tratti più pericolosi e imbocco il rettilineo verso l'arrivo. L'ultimo tratto in piano scorre infatti veloce veloce e procedo incurante del fango che, passo dopo passo, avvolge le mie scarpe. Taglio il traguardo in 25 minuti e 19 secondi. Adesso alla pioggia si aggiunge anche il forte vento. Ma il trail è anche questo ed anche oggi abbiamo trascorso una bellissima ed appagante giornata di sport.



domenica 14 ottobre 2012

Zingaro Trail - Castelluzzo (TP) - 14/10/2012


Se il piromane con la "P" maiuscola non avesse acceso quel maledetto fuoco, se quel maledetto fuoco non avesse bruciato e distrutto gran parte della vegetazione che ricopriva la riserva naturale dello Zingaro, se tutto questo non avesse impedito il passaggio delle persone nelle zone interessate, allora oggi il percorso della nona tappa del circuito Ecotrail Sicilia 2012 sarebbe stato diverso e, da molti punti di vista, ancora più panoramico. Ma chi corre il Trail sa adattarsi a tutti i percorsi e sa trarre spunti per divertirsi in ogni circostanza e così, come sempre, anche oggi abbiamo trascorso una fantastica giornata, abbiamo affrontato una bellissima gara ed abbiamo goduto delle bellezze di un percorso che, nella parte centrale, ha attraversato la parte alta della riserva dominando da 760 mt di quota tutto il tratto di costa che da monte Cofano arriva a Castellammare del Golfo. Partiamo da Macari ed affrontiamo immediatamente la salita che in 5 km ci porterà in cima alla montagna dello Zingaro a 760 mt di quota. Salita davvero dura che percorro in un'ora circa e che mette a dura prova la resistenza fisica. Questa volta l'affronto deciso e, considerando che la salita è il mio tallone d'Achille, mi difendo abbastanza bene. Arrivati in cima, veniamo avvolti da una fitta nebbia ed un forte vento ci accompagna lungo il percorso. Il terreno e le rocce bagnate costituiscono un'insidia per i piedi e le storte sono una seria minaccia. Il tratto più suggestivo si sviluppa lungo un alternarsi di salite e discese in un paesaggio in cui si osservano spesso i resti di alberi e cespugli bruciati in cui regna, grazie anche alla nebbia,   un'atmosfera quasi fiabesca. Ad una forte salita segue, quasi sempre, una forte discesa: così ci lanciamo in un tratto veramente impegnativo che ci porta a scendere in circa 4 km di circa 400 mt. Siamo al 15° km ed adesso comincia un tratto di circa 10 km che scenderà gradualmente verso l'arrivo. A mio avviso non merita particolare menzione il pezzo percorso nel letto di un fiume ed il monotono tratto di strada bianca che ci riporta nel lungomare della spiaggia di Castelluzzo. Concludo la prova in 2 ore e 54 minuti con qualche dolore ai piedi ed alle gambe dovuti soprattutto al tratto finale in asfalto. Comunque anche questa è andata!!!




mercoledì 10 ottobre 2012

8° Gran Fondo dell'Eleuterio a Rocca Busambra - Marineo 07/10/2012


Per la prima volta provo ad andare oltre la distanza dei 42 km in una prova di MTB e decido di partecipare ad una gara che, a fronte dei 56 km dichiarati, si snoda attraverso un percorso che attraversa la R.N.O. di Ficuzza ed unisce i paesi di Marineo, Godrano, Mezzojuso. Non nascondo una certa ansia pensando al fatto di superare la distanza che fino ad oggi avevo affrontato solo due volte. Ma la curiosità di vedere e conoscere nuove sensazioni mi ha spinto ad iscrivermi senza esitazione e a presentarmi puntuale la mattina di domenica ai nastri di partenza. Questa volta ho un nuovo compagno di avventure che percorre insieme a me la primissima parte della gara: si tratta di mio nipote Emanuele, che da pochissimo ha conosciuto la MTB ed è all'esordio assoluto in una competizione. Si cimenta nel percorso breve di 35 km e procediamo insieme fin quando il bivio divide i due tracciati. Partiamo con circa mezz'ora di ritardo rispetto alla tabella di marcia dopo un giro del paese per formare la griglia di partenza. La giornata è ottima, la temperatura è ideale ed il terreno è in ottime condizioni. Ci sono tutti gli ingredienti per divertirsi. Si parte dalla piazza centrale di Marineo e si comincia subito a salire percorrendo un tratto di strada asfaltata per poi entrare nel bosco affrontando suggestivi e abbastanza tecnici single tracks fra gli alberi che ci portano in prossimità della località Santa Barbara. A questo punto i due percorsi si dividono: a destra si procede per il corto ed a sinistra per il lungo. Lasciato il bosco si arriva al tratto asfaltato che ci conduce a Godrano e si intraprende una strada bianca in leggera discesa: è un tratto molto scorrevole e si procede ad una certa velocità. Si ricomincia quindi a salire e ci si prepara all'attraversamento di Mezzojuso: dopo una salita molto impegnativa si giunge infatti nella piazza centrale dove il punto di ristoro risulta molto gradito. Ma l'ascesa non è finita in quanto si dovrà arrivare all'Alpe Cucco ad un'altitudine di circa 1.000 mt e procedere quindi verso Ficuzza. La salita comincia a farsi sentire, anche se intervallata da qualche piccola discesa. Quando finalmente entriamo nella reggia e giriamo intorno al grande giardino, abbiamo percorso 38 km e ci accingiamo ad entrare nuovamente nel bosco per andare verso la diga del Lago Scanzano. E, proprio dopo aver lasciato Ficuzza, avviene quello che non mi auguravo: in discesa ed ad elevata velocità percorro un tratto costituito da gradoni. A causa di un forte sobbalzo, la mano destra perde la presa del manubrio e cado rovinosamente procurandomi una serie di ferite  al gomito destro e alle ginocchia. Nulla di grave per fortuna ma una gran paura ed un forte bruciore. Inoltre ho una brutta sorpresa: gli ingranaggi del cambio del rocchetto hanno preso una forte botta ed adesso non entrano più i primi due rapporti, non appena provo ad inserirli infatti salta la catena ed il terzo ingranaggio procura un forte rumore. Nelle salite forti sarò costretto a scendere perché non potrò affrontarle con rapporti più duri. Poco male: sono nella seconda parte di gara e non saranno certo questi dettagli a farmi desistere dal portarla al termine. Finalmente, dopo un tratto in mezzo al bosco, si arriva alla diga del lago. Il passaggio risulta molto suggestivo e ci immette nella salita finale verso l'arrivo a Marineo. Il conta chilometri della bici lascia facilmente capire che andremo oltre i 60 km e le gambe risentono ampiamente della distanza già percorsa. Il tratto che precede l'arrivo è infatti costituito da una forte salita che ci ricollega alla strada asfaltata prima di rientrare definitivamente nel paese. La percorro alternando momenti di pedalata a momenti di spinta della bici. Finalmente la discesa finale verso l'arrivo e la vista di Stefania che in prossimità dello striscione di arrivo  immortala questo momento e allieta ulteriormente il termine delle mie fatiche. Sono trascorse 5 ore e 8 minuti dalla partenza e concludo così la mia terza esperienza in MTB. Sono sempre più convinto che mi cimenterò sempre più spesso in gare come questa. Chissà, magari imparerò ad affrontare la discesa senza prendere troppi rischi e, perché no, anche a non cadere! Un particolare complimento al nipotino Emanuele che ha concluso i 35 km in 2 ore e 45 minuti dimostrando che ha la stoffa per poter far bene e, sono sicuro, che anche per lui questo è solo l'inizio.


A causa della caduta a Ficuzza il segnale si interrompe e non viene più segnato il percorso fino al lago Scanzano quando resetto il GPS. Poi, all'arrivo, dimentico di bloccare il tempo.


Cerca nel blog