Dai laghi Pinter (olio su tela 30x90) di Stefania Paglialunga

dai laghi Pinter (olio su tela 30x90)

lunedì 24 dicembre 2012

Salita a Monte Cuccio - 24/12/2012

Vista di Palermo

L'ultima fatica

La vetta



Insieme a Stefania approfittiamo della splendida giornata per vedere la città da lassù, per ammirare a 360 gradi la bellezza della conca d'oro. Partiamo dal cimitero di san Martino e saliamo lungo la strada che, tornante dopo tornante, ci conduce a portella S. Anna. Imbocchiamo quindi la strada a destra che continua a salire  verso la cresta in direzione monte Cuccio. La salita alterna tratti molto ripidi ad altri più abbordabili, comunque è costante fino a quando, arrivati in quota, si comincia a scendere verso il piano proprio sotto la vetta. Incontriamo un paesaggio veramente incantevole, coperto abbondantemente dal prato e popolato per molti tratti da pinete. Si passa da una grande vasca in cui è raccolta una notevole quantità d'acqua che attira tante mucche che rendono il terreno particolarmente insidioso e, subito dopo, si comincia la salita finale. Questa è molto ripida e nel primo tratto passiamo da un bosco per poi uscire ed affrontare gli ultimi tornanti allo scoperto. Inutile sottolineare il panorama che, in ogni punto, evidenzia tutta la costa fino a san Vito e tutta la parte interna per molti chilometri. Finalmente siamo in cima e guardiamo da vicino ciò che abbiamo sempre visto da sotto come un gigante che domina la città. L'assenza di foschia ci permette di scorgere anche Ustica e la nostra fatica è ampiamente ripagata. Come sempre accade, facciamo fatica ad andar via. Ma qualcosa mi fa pensare che ritorneremo presto, chissà magari con Martina e Chiara. Penso che, vinta la voglia di restare a letto, saranno contente di vedere il mondo da quassù! 

sabato 22 dicembre 2012

Pizzo Manolfo -Portella S.Anna - San Martino - 22/12/2012

Il panorama dal lato di Pizzo Manolfo
Lungo la salita verso Pizzo Castellazzo


Già da qualche settimana avevo cercato di organizzare un'uscita in MTB che mi permettesse di raggiungere la vetta di monte Cuccio per poi scendere da San Martino. Le piogge che, regolarmente, concentravano la loro presenza nei fine settimana avevano impedito il realizzarsi di questo progetto. Anche questa mattina, puntualmente come per una maledizione, il cielo era coperto e la pioggia abbondante. Quando un piccolo squarcio nel cielo rivela qualche timido raggio di sole, allora non ho più dubbi: prendo la bici ed esco pronto ad affrontare la strada anche in queste condizioni. Mi incontro con il nipotino (per modo di dire) Emanuele e partiamo verso l'imbocco per la salita di Pizzo Manolfo. Cominciamo a salire e l'aria è frizzante, molta umidità, un giusto tasso di fangosità e una grande voglia di salire. Gli ingredienti ci sono tutti e, pedalata dopo pedalata, raggiungiamo il belvedere per poi inoltrarci nel bosco. Continuiamo a salire verso la cima quando il cielo si copre improvvisamente, la temperatura continua a scendere e una bella scarica d'acqua ci invita a considerare seriamente la possibilità di tornare indietro. Tuttavia la voglia di raggiungere l'obiettivo è tanta e decidiamo di andare avanti senza indugi. Dopo qualche minuto la pioggia è diminuita e adesso possiamo proseguire. Imbocchiamo la strada verso pizzo Castellazzo ed arriviamo in prossimità del bivio che scende verso la strada asfaltata che porta a Pian dell'Occhio. Una volta giunti in prossimità dello "Zio Caliddu" dovremo abbandonare la strada e cominciare la salita verso Portella S. Anna. Troviamo una strada in mezzo ad un bosco di pini, si notano le conseguenze del terribile incendio di quest'estate. La strada, già scavata profondamente dall'acqua, è continuamente interrotta dai tronchi degli alberi semi carbonizzati caduti naturalmente o tagliati appositamente. Non risulta particolarmente agevole salire con questo terreno ma ci stiamo divertendo molto e, laddove non possiamo stare in sella, spingiamo volentieri e ci godiamo il panorama che diviene sempre più affascinante. Finalmente arriviamo in cima a portella S. Anna ed, in prossimità di un quadrivio analizziamo l'eventualità di continuare per la cima di monte Cuccio. Siamo nel punto in cui comincia la discesa per San Martino e ci fermiamo in prossimità di un bunker che domina un panorama bellissimo. Dopo una breve consultazione, decidiamo di rimandare la salita. Le condizioni meteo peggiorano di minuto in minuto e la nebbia si avvicina velocemente. Cominciamo quindi la strada verso san Martino non dopo aver scattato qualche foto alla nostra città vista da quassù. Riusciamo a godere di qualche raggio di sole prima di arrivare in piazza e, durante la discesa verso Palermo, veniamo colti da una fortissima grandinata. Ormai però è fatta e, incuranti delle condizioni, procediamo appagati verso una meritata doccia bollente.

domenica 4 novembre 2012

Acchianata di Santa Rosalia - Monte Pellegrino 4 novembre 2012

Come ogni anno ci ritrova alle falde di Monte Pellegrino, lato inizio Scala Vecchia, per percorrere quei cinque chilometri circa che ci separano dal Belvedere. E' una gara dura, perché dura è la salita e perché il terreno è reso particolarmente aspro dalla pavimentazione della strada che percorriamo. Siamo circa 110 persone che, scalpitanti, si apprestano a cominciare la ripida ascesa del "Promontorio più bello del mondo" come qualcuno molto importante definì il luogo. Il cielo è abbastanza sereno, la temperatura è abbastanza alta e non è un buon segno quando devi affrontare un percorso simile. Ma questi sono solo dettagli e, definite le pratiche pre-gara, si parte puntualissimi verso la vetta. La Scala Vecchia si popola di una striscia di persone che, ognuno con il suo ritmo, tendono al punto più alto. Arriviamo al santuario dal quale santa Rosalia saluta e benedice ogni atleta. Percorriamo circa 1 km di strada asfaltata ed arriviamo al belvedere dove è posto il traguardo. E' stata dura ma ne è valsa la pena. Il panorama da quassù è splendido e ci godiamo il ristoro finale, a suon di pasticcini e caffè, offerto dalla Trinacria che non finiremo mai di ringraziare perché ci offre ogni anno la possibilità di partecipare a questa splendida manifestazione.

domenica 28 ottobre 2012

Trailsprint Up & Down - Monte Pellegrino 28/10/2012

L'ultimo tratto di salita

In attesa della partenza per la discesa in compagnia di mio fratello Alessandro
Questa volta cominciamo dalla fine. Giungiamo all'arrivo durante un tremendo acquazzone e le nostre gambe sono completamente ricoperte di fango. C'era da aspettarselo, viste le previsioni dei giorni scorsi e le nuvole che, già dalla prima mattinata, avvolgevano il cielo di Palermo. Ma in fondo un pochino me lo auguravo, speravo che le condizioni meteo potessero rendere questa gara un poco più emozionante. Con il terreno pesante infatti riesco ad andare più forte in discesa e così posso recuperare parte dello svantaggio che accumulo durante la salita. Laddove peraltro la salita si chiama "Valle del Porco", allora è molto importante saper gestire le forze e non cedere alla tentazione di cominciare veloce: questo errore si pagherebbe con gli interessi. Così sono stato accontentato perché infatti, proprio durante il tratto in discesa, si è scatenato l'inferno. La gara è valida come 10° prova del circuito Ecotrail Sicilia 2012 e sostituisce la prova del Km verticale dei Carbonai di Castelbuono che, a causa di un disguido burocratico, non ha potuto prendere il via. La nuova formula prevede due parti: la prima in salita dal piazzale antistante Casa Natura alle falde di Monte Pellegrino con arrivo alle antenne e la seconda in discesa da Pizzo Monaco al punto di partenza. Le due prove sono divise da un intervallo di circa un'ora l'una dall'altra e mantenendo lo stesso ordine di partenza. Si parte singolarmente con un intervallo di 30 secondi fra un atleta e l'altro. Parto per 34° e so bene, come sempre, che l'unico obiettivo della salita, è quello di non perdere troppo terreno. Arrivo al santuario di S. Rosalia in 20 minuti circa riuscendo a superare indenne le insidie rappresentate dai tratti su rocce molto viscide così ripidi che impegnano anche le mani. Comincio così la seconda parte che, oltrepassata la strada asfaltata, ci conduce all'arrivo alle antenne. Gradoni di roccia molto insidiosi impongono una costante attenzione ad ogni passo. Ma alla fine l'obiettivo è raggiunto: l'incontro di Stefania e le voci dei miei amici mi fanno capire che è l'ultimo sforzo. Riesco anche a sprintare e concludo la salite in 32 minuti e 48 secondi. Giusto il tempo di mangiare qualcosa e cambiarsi e ci trasferiamo al punto di partenza della discesa. Adesso posso esprimermi al meglio ed infatti parto con le condizioni del terreno che preferisco. Il primo tratto in forte pendenza mi fa capire che mi sento bene. Le gambe girano ed il terreno pesante mi invoglia ad osare qualcosa in più. Giungo in prossimità della strada asfaltata in zona santuario e comincia un tratto pianeggiante che ci porterà a percorrere la Rufuliata o variante Viller (che prende il nome dal mio amico Viller Caruso che per primo ne ha tracciato il percorso). Questa è una discesa molto tecnica piena di tornanti e di insidie costituite dalle rocce molto scivolose e da pietraie che possono danneggiare le caviglie. Le scarpe sono molto infangate ma tengono ancora bene e la gambe cominciano a ricoprirsi di fango. A metà strada si scatena un diluvio che in pochi secondi mi rende inzuppato ed a quel punto, forse a causa di una forte scarica di adrenalina, comincio ad andare più forte. Supero indenne i tratti più pericolosi e imbocco il rettilineo verso l'arrivo. L'ultimo tratto in piano scorre infatti veloce veloce e procedo incurante del fango che, passo dopo passo, avvolge le mie scarpe. Taglio il traguardo in 25 minuti e 19 secondi. Adesso alla pioggia si aggiunge anche il forte vento. Ma il trail è anche questo ed anche oggi abbiamo trascorso una bellissima ed appagante giornata di sport.



domenica 14 ottobre 2012

Zingaro Trail - Castelluzzo (TP) - 14/10/2012


Se il piromane con la "P" maiuscola non avesse acceso quel maledetto fuoco, se quel maledetto fuoco non avesse bruciato e distrutto gran parte della vegetazione che ricopriva la riserva naturale dello Zingaro, se tutto questo non avesse impedito il passaggio delle persone nelle zone interessate, allora oggi il percorso della nona tappa del circuito Ecotrail Sicilia 2012 sarebbe stato diverso e, da molti punti di vista, ancora più panoramico. Ma chi corre il Trail sa adattarsi a tutti i percorsi e sa trarre spunti per divertirsi in ogni circostanza e così, come sempre, anche oggi abbiamo trascorso una fantastica giornata, abbiamo affrontato una bellissima gara ed abbiamo goduto delle bellezze di un percorso che, nella parte centrale, ha attraversato la parte alta della riserva dominando da 760 mt di quota tutto il tratto di costa che da monte Cofano arriva a Castellammare del Golfo. Partiamo da Macari ed affrontiamo immediatamente la salita che in 5 km ci porterà in cima alla montagna dello Zingaro a 760 mt di quota. Salita davvero dura che percorro in un'ora circa e che mette a dura prova la resistenza fisica. Questa volta l'affronto deciso e, considerando che la salita è il mio tallone d'Achille, mi difendo abbastanza bene. Arrivati in cima, veniamo avvolti da una fitta nebbia ed un forte vento ci accompagna lungo il percorso. Il terreno e le rocce bagnate costituiscono un'insidia per i piedi e le storte sono una seria minaccia. Il tratto più suggestivo si sviluppa lungo un alternarsi di salite e discese in un paesaggio in cui si osservano spesso i resti di alberi e cespugli bruciati in cui regna, grazie anche alla nebbia,   un'atmosfera quasi fiabesca. Ad una forte salita segue, quasi sempre, una forte discesa: così ci lanciamo in un tratto veramente impegnativo che ci porta a scendere in circa 4 km di circa 400 mt. Siamo al 15° km ed adesso comincia un tratto di circa 10 km che scenderà gradualmente verso l'arrivo. A mio avviso non merita particolare menzione il pezzo percorso nel letto di un fiume ed il monotono tratto di strada bianca che ci riporta nel lungomare della spiaggia di Castelluzzo. Concludo la prova in 2 ore e 54 minuti con qualche dolore ai piedi ed alle gambe dovuti soprattutto al tratto finale in asfalto. Comunque anche questa è andata!!!




mercoledì 10 ottobre 2012

8° Gran Fondo dell'Eleuterio a Rocca Busambra - Marineo 07/10/2012


Per la prima volta provo ad andare oltre la distanza dei 42 km in una prova di MTB e decido di partecipare ad una gara che, a fronte dei 56 km dichiarati, si snoda attraverso un percorso che attraversa la R.N.O. di Ficuzza ed unisce i paesi di Marineo, Godrano, Mezzojuso. Non nascondo una certa ansia pensando al fatto di superare la distanza che fino ad oggi avevo affrontato solo due volte. Ma la curiosità di vedere e conoscere nuove sensazioni mi ha spinto ad iscrivermi senza esitazione e a presentarmi puntuale la mattina di domenica ai nastri di partenza. Questa volta ho un nuovo compagno di avventure che percorre insieme a me la primissima parte della gara: si tratta di mio nipote Emanuele, che da pochissimo ha conosciuto la MTB ed è all'esordio assoluto in una competizione. Si cimenta nel percorso breve di 35 km e procediamo insieme fin quando il bivio divide i due tracciati. Partiamo con circa mezz'ora di ritardo rispetto alla tabella di marcia dopo un giro del paese per formare la griglia di partenza. La giornata è ottima, la temperatura è ideale ed il terreno è in ottime condizioni. Ci sono tutti gli ingredienti per divertirsi. Si parte dalla piazza centrale di Marineo e si comincia subito a salire percorrendo un tratto di strada asfaltata per poi entrare nel bosco affrontando suggestivi e abbastanza tecnici single tracks fra gli alberi che ci portano in prossimità della località Santa Barbara. A questo punto i due percorsi si dividono: a destra si procede per il corto ed a sinistra per il lungo. Lasciato il bosco si arriva al tratto asfaltato che ci conduce a Godrano e si intraprende una strada bianca in leggera discesa: è un tratto molto scorrevole e si procede ad una certa velocità. Si ricomincia quindi a salire e ci si prepara all'attraversamento di Mezzojuso: dopo una salita molto impegnativa si giunge infatti nella piazza centrale dove il punto di ristoro risulta molto gradito. Ma l'ascesa non è finita in quanto si dovrà arrivare all'Alpe Cucco ad un'altitudine di circa 1.000 mt e procedere quindi verso Ficuzza. La salita comincia a farsi sentire, anche se intervallata da qualche piccola discesa. Quando finalmente entriamo nella reggia e giriamo intorno al grande giardino, abbiamo percorso 38 km e ci accingiamo ad entrare nuovamente nel bosco per andare verso la diga del Lago Scanzano. E, proprio dopo aver lasciato Ficuzza, avviene quello che non mi auguravo: in discesa ed ad elevata velocità percorro un tratto costituito da gradoni. A causa di un forte sobbalzo, la mano destra perde la presa del manubrio e cado rovinosamente procurandomi una serie di ferite  al gomito destro e alle ginocchia. Nulla di grave per fortuna ma una gran paura ed un forte bruciore. Inoltre ho una brutta sorpresa: gli ingranaggi del cambio del rocchetto hanno preso una forte botta ed adesso non entrano più i primi due rapporti, non appena provo ad inserirli infatti salta la catena ed il terzo ingranaggio procura un forte rumore. Nelle salite forti sarò costretto a scendere perché non potrò affrontarle con rapporti più duri. Poco male: sono nella seconda parte di gara e non saranno certo questi dettagli a farmi desistere dal portarla al termine. Finalmente, dopo un tratto in mezzo al bosco, si arriva alla diga del lago. Il passaggio risulta molto suggestivo e ci immette nella salita finale verso l'arrivo a Marineo. Il conta chilometri della bici lascia facilmente capire che andremo oltre i 60 km e le gambe risentono ampiamente della distanza già percorsa. Il tratto che precede l'arrivo è infatti costituito da una forte salita che ci ricollega alla strada asfaltata prima di rientrare definitivamente nel paese. La percorro alternando momenti di pedalata a momenti di spinta della bici. Finalmente la discesa finale verso l'arrivo e la vista di Stefania che in prossimità dello striscione di arrivo  immortala questo momento e allieta ulteriormente il termine delle mie fatiche. Sono trascorse 5 ore e 8 minuti dalla partenza e concludo così la mia terza esperienza in MTB. Sono sempre più convinto che mi cimenterò sempre più spesso in gare come questa. Chissà, magari imparerò ad affrontare la discesa senza prendere troppi rischi e, perché no, anche a non cadere! Un particolare complimento al nipotino Emanuele che ha concluso i 35 km in 2 ore e 45 minuti dimostrando che ha la stoffa per poter far bene e, sono sicuro, che anche per lui questo è solo l'inizio.


A causa della caduta a Ficuzza il segnale si interrompe e non viene più segnato il percorso fino al lago Scanzano quando resetto il GPS. Poi, all'arrivo, dimentico di bloccare il tempo.


martedì 25 settembre 2012

Etnamarathon - Milo (CT) - 23/09/2012


Dopo la gara foto con i fans

La mia seconda esperienza in una Gran Fondo di mountain bike mi ha permesso di vivere delle esperienze nuove che fino ad oggi mai avevo provato. Mi riferisco in particolare alla discesa dai 1.750 mt del Rif. Citelli ai 700 di Milo, quella con la "D" maiuscola, della quale avevo sentito parlare ma non immaginavo potesse essere tanto difficile (almeno per me). Alla forte salita sono abituato, anche se quella di oggi è stata tanta e quasi costante per quai 25 Km. Ma in quest'occasione ho sperimentato con numerose cadute la segnaletica della MTB. Quando infatti vedevo il cartello con 2 frecce rosse rivolte verso il basso, dovevo cominciare a preoccuparmi; non appena incrociavo quello con tre frecce rosse rivolte verso il basso, dovevo necessariamente scendere dalla bici e proseguire a piedi. Inutile con la mia attuale esperienza cercare di lasciare andare la bici perché l'eccessiva pendenza e l'asperità del terreno significavano una sicura caduta con relative conseguenze. Comunque mi allenerò anche per questo. Alla fine ho concluso i circa 42 Km in 5 ore e 20 minuti e sono riuscito ad arrivare al traguardo quasi indenne. Dico quasi perché, a seguito di una delle cadute, ho perso il chip per il rilevamento elettronico del mio tempo ed ho perso anche la pompa. I graffi nelle gambe e nelle braccia hanno costituito il pedaggio che ho dovuto pagare al bosco di castagni attraversato durante la discesa durata circa 16 km. Ma alla fine quello che mi resta è una giornata splendida, trascorsa in natura, accompagnato come al solito dalla mia famiglia e, in questa occasione, anche da mio nipote. Una gara che mi ha divertito molto e che ha rafforzato sempre la mia nuova passione per la MTB.

Le classifiche

La mia gara - Dettagli GPS
Purtroppo ho perso il segnale GPS nel bosco nella parte finale della discesa ed anche se risultano 36 km in realtà ne ho percorsi 42

Le foto di Stefania, Chiara, Martina ed Emanuele

Il video ufficiale

giovedì 20 settembre 2012

Duathlon Off Road Ricordando Rosario - Madonie Fest 2012 - 16/09/2012 Piano Battaglia


Ancora una volta, nel nome di Rosario, si organizza una giornata in cui lo spirito di aggregazione ed i valori dello sport riuniscono tanti atleti e rispettive famiglie. Ha piovuto tanto nei giorni scorsi ma…oggi doveva esserci il sole. E così è stato. Forse qualcuno lassù ha aperto uno squarcio fra le nuvole per benedire questa splendida giornata. Ci sono i genitori di Rosario che si adoperano per la corretta riuscita della manifestazione. L'organizzazione è di livello: Roberto Cipriano e Giuseppe Cuttaia non hanno infatti bisogno di presentazioni ed il percorso è tracciato da Mimmo Patti che ci ha abituato a tracciati di grande qualità (anche oggi non si è smentito). Quest’anno l’occasione era ghiotta. Cimentarsi, nel contesto della stessa gara, in due specialità a me molto care: il trail che da anni  mi vede partecipare a tantissime gare e mi coinvolge quasi totalmente e la mountain bike che ho da poco scoperto e mi affascina tantissimo . Non ho pertanto avuto esitazioni a partecipare al Duathlon Off Road Ricordando Rosario che si è svolto a Piano Battaglia con partenza ed arrivo al Rif. Marini. La prima edizione, ancora in forma sperimentale ed inserita nel Madonie Fest 2012, si articola in tre fasi: 8 Km di trail che da Piano Battaglia portano in cima a Pizzo Carbonara per poi ritornare al punto di partenza attraverso una suggestiva e tecnica discesa lungo un bosco di faggi, 15 Km di MTB e precisamente tre giri di un percorso tra Battaglietta e la prima parte della pista di sci “Lo Sparviero” e 5 Km di trail ripercorrendo un giro completo del percorso MTB. E’ la prima volta che affronto una gara del genere e sono particolarmente curioso di scoprire come si comporteranno le mie gambe ed, in generale, il mio corpo. Il terreno, bagnato dalle piogge cadute abbondanti nei giorni scorsi, è particolarmente scivoloso e le scarpe, nella prima frazione, affondano nel fango abbondante. Si sale fino a Battaglietta e si comincia a salire verso la cima di Pizzo Carbonara. Affrontiamo circa 4 Km di ascesa con alcuni tratti abbastanza impegnativi e raggiungiamo la vetta in mezzo ad una fitta nebbia. Mi sento tranquillo e sto bene, ma decido di non forzare pensando al fatto che mi aspettano 15 Km di MTB. Fra l’altro sarà molto difficile riuscire a pedalare in alcuni tratti in cui il fango rende difficile anche camminare. Finalmente arrivo al rif. Marini e, cambiate le scarpe ed indossati caschetto e guanti, monto in sella alla bici per la seconda frazione. Nel primo tratto sono costretto a scendere in quanto la ruota posteriore slitta nel terreno fangoso. Poi, giunto a Battaglietta il percorso risulta leggermente più agevole, dapprima in leggera discesa e, successivamente in salita fino a ritornare sulla strada asfaltata. Percorriamo il tratto asfaltato fino all'inizio di un sentiero che ci conduce alla pista di sci  e ci addentriamo nel bosco percorrendo tratti di impegnativa salita e tecnica discesa. Si scivola spesso, soprattutto perché il sentiero è inclinato verso destra e le ruote non riescono ad avere presa sul terreno. Finalmente usciamo e percorriamo piano Battaglia fino al punto di partenza per iniziare i successivi giri. Alla fine, completate le tre tornate di bici, nuovo cambio di scarpe e partenza per la terza frazione di trail della lunghezza di 5 Km. Si percorre un giro dei tre percorsi con la MTB. Le gambe, in principio, sono legnose e fatico un poco ad affrontare il tratto fangoso iniziale. Successivamente la discesa mi fa acquistare un certo ritmo e riesco ad affrontare discretamente il tratto fino al traguardo. Concludo in 3 ore e 17 minuti e mi sono davvero divertito. Adesso tutti insieme, come al solito, a festeggiare la splendida giornata.  Viene offerto un pasta party presso il Parco Avventura delle Madonie e viene svolta la premiazione. Adesso mi aspetta una settimana di lavori blandi in vista della gara di MTB di domenica prossima sull'Etna.

martedì 21 agosto 2012

Ecotrail della Luna - Caltavuturo 18 e 19 agosto 2012

L'espressione di soddisfazione dopo l'arrivo della 1° tappa

L'arrivo della 2° tappa insieme a Franco Mura



Francamente non pensavo proprio di poter essere presente alla settima prova del circuito Ecotrail Sicilia 2012, la caduta sull’Etna mi aveva costretto a due settimane di stop agli allenamenti e a molte notti insonni a causa del forte dolore alla parte destra della cassa toracica. Due giorni prima delle gare la decisione: mi sento pronto a provare a correre ma, nel caso in cui il dolore si fosse riproposto, mi sarei prontamente fermato. Si affronteranno due prove: la 1° alle 20,30 del 18 agosto, muniti di lampada frontale e fischietto,  la 2° alle 8,30 del 19 agosto. In entrambe le prove si affrontano 13 Km ed il percorso sarà il medesimo. Una nuova formula, purtroppo obbligata, causata da un deprecabile motivo: il sindaco di Sclafani Bagni non concede il permesso agli atleti di transitare nel “suo” paese adducendo generiche e poco verosimili motivazioni. Non esprimo alcun giudizio e lascio a chi legge ogni possibile commento. Credo però che il danno maggiore sia stato subito proprio da Sclafani Bagni che perde un’occasione di visibilità. Malgrado ciò, l’idea di vedere il percorso che ho sempre affrontato di sera e di conoscere tutto ciò che circonda i sentieri che abbiamo sempre percorso nel buio totale non mi dispiace affatto. Alle 20,30 di sabato tutti pronti per il via dalla viva voce del sindaco di Caltavuturo. Si comincia subito con la salita di circa 2 Km verso la rocca di Sciara: una vera e propria scalata fra le stelle che ti porta ad una quota di poco più di 1.000 metri. Non sento alcun problema alle costole, ma ancora aspetto a cantar vittoria. Presto arriverà un lungo tratto di discesa e così potrò verificare se tutto è a posto. Giunto in vetta, comincio la discesa e, fortunatamente, mi rendo conto che il dolore è minimo e posso correre come so fare e come mi piace. Mi lancio alla grande e, come spesso in discesa (specialmente se tecnica), supero tantissime persone. Nonostante l’umidità causi una notevole sudorazione, il fresco della sera attenua gli effetti della fatica e così arrivo anche alla salita finale che mi porta al castello prima di scendere nuovamente al paese per l’arrivo. Concludo la 1° prova in 1 ora e 45 minuti. Sono soddisfatto perché mi sento di aver ripreso ad andare come voglio ed in salita (il mio “tallone d’achille”) sono riuscito a mantenere un’andatura accettabile. Adesso un boccone e tutti a nanna: alle 6,00 mi dovrò alzare e fare colazione ed alla 8,30 ci sarà la partenza per la 2° tappa. Pronti via, partiamo puntualissimi ed iniziamo immediatamente i 2 Km di salita delle rocca di Sciara. Scopro uno splendido panorama che di notte non potevo vedere ma vedo anche l’obiettivo da raggiungere che appare molto in alto e crea un certo senso di scoraggiamento. Ma, come spesso mi capita di pensare, basta mettere un piede davanti all’altro e non pensare troppo alla fatica. Questo permette di raggiungere obiettivi che non immagineresti. All’inizio della discesa ho una brutta sorpresa: avverto un dolore al fianco destro che non mi permette di correre forte come avevo fatto la sera prima. Forte delle esperienze precedenti, decido di mettere il pilota automatico, riduco l’andatura e mi rendo conto che, malgrado la visibilità sia ovviamente migliore di quella notturna, sicuramente non riuscirò ad eguagliare la prestazione precedente. Comunque vado e patisco particolarmente anche il forte caldo che, unito all’affaticamento della 1° tappa, riduce ulteriormente la velocità. Va bene così, adesso devo risparmiare energie per affrontare la salita finale che porta al castello sopra al paese ed inoltre, il fatto di andare più piano, mi permette di osservare meglio i posti che attraverso ed il panorama che mi si propone. All’ultimo ristoro mi rifocillo adeguatamente, mando giù qualche spicchio di mela, un paio di bicchieri d’acqua e mi lancio. Finalmente sono in cima e affronto gli ultimi gradini prima di rientrare in paese per l’arrivo. Proprio sul rettilineo finale sento la voce di Franco Mura, lo aspetto ed insieme tagliamo il traguardo abbracciati in 2 ore nette. Ho impiegato 15 minuti in più del giorno prima, ho sofferto particolarmente il caldo ma mi sento, come sempre mi accade, soddisfatto ed appagato. Adesso un bel mesetto di riposo ed allenamenti. Salterò l'Ecomaratona di Pantelleria (ottava prova), a settembre una gara di mountain bike tanto per cambiare sull’Etna e ad ottobre la nona prova del circuito, su un percorso di 25 Km, che si svolgerà nella R.N.O. delle Zingaro.



mercoledì 8 agosto 2012

Etnatrail - Piano Provenzana Linguaglossa - 05.08.2012

Sosta  al 17° km per lo svuotamento delle scarpe piene di sabbia lavica
Arrivo dopo 30 km a Piano Provenzana con Martina e Chiara
L’Etna, con il suo caldo abbraccio, accoglie la carovana del trail in occasione dell’Etnatrail: la sesta prova del circuito Ecotrail Sicilia che, per 30 lunghissimi chilometri, ha messo a dura prova la resistenza dei circa 200 atleti impegnati fra gara competitiva e walktrail. Dico caldo abbraccio perché la temperatura, già dal mattino, lascia presagire la difficoltà maggiore da superare. Si parte alle 8,30 da Piano Provenzana a quota 1.800 circa per procedere in piano e leggera discesa per i primi 5 – 6 Km. Il percorso risulta molto gradevole e, per molti tratti, in mezzo al bosco. Lo affronto molto tranquillamente, mi sento bene e fra me e me dico: oggi forse sarà una giornata in cui riuscirò a togliermi qualche soddisfazione. Al 7° km comincia la salita verso la valle del Bove a quota 2.200 e salgo bene: le gambe ci sono e la condizione generale sembra buona. Ma, durante uno dei tratti in discesa fra un cratere e l’altro lungo la strada, una rovinosa caduta stempera immediatamente il mio ottimismo. Il piede sbatte violentemente contro una pietra e mi fa perdere l’equilibrio. Cado rovinosamente e, oltre a procurarmi abrasioni e lividi in gran parte del corpo, urto violentemente la parte destra della gabbia toracica contro una pietra. Continuo ad andare ma, ad ogni passo, sento un dolore al petto ed una grossa difficoltà a respirare profondamente. Mi rendo conto che siamo ancora all’inizio della gara ma non voglio assolutamente prendere in considerazione l’idea del ritiro. Stringo i denti e continuo a salire. Raggiungo la fine della prima salita con una splendida vista: sulla sinistra la maestosa valle del Bove che mette quasi timore vista la quantità di lava depositata e l’enormità della superficie, sulla destra il mare Ionio. Difficile non soffermarsi ad ammirare tutto ciò. Ma adesso c’è da percorrere tutta la cresta: si sale e scende varie volte per circa 1,5 km per poi cominciare la lenta discesa alla volta del passaggio a Piano Provenzana. In salita cammino quasi normalmente ma, quando il respiro si fa affannoso, il dolore mi impone di fermarmi. In discesa patisco particolarmente ad ogni salto e, se voglio arrivare al traguardo, non devo esagerare. La cosa più saggia è usare molta cautela e decido affrontare la discesa di conseguenza. Arrivato al passaggio a Piano Provenzana incontro Stefania e le bambine, mi siedo un poco con loro anche per svuotare le scarpe dalla grande quantità di lava accumulata lungo il percorso. Adesso circa 3 km di discesa e poi la seconda e più dura salita alle bocche dell’eruzione del 2002 raggiungendo quota 2.420 mt. In discesa non riesco proprio a correre e così mi preparo ad affrontare i 7 km circa di ascensione. Comincio con un passo più lento di prima per evitare di trovarmi in particolare affanno e la tattica funziona. Tengo infatti un passo regolare e mi pongo un unico obiettivo: arrivare al cancello del 24 km prima delle 5 ore e 30 (tempo massimo oltre il quale la mia gara sarebbe stata interrotta). Nonostante il caldo soffocante anche a quote superiori ai 2000 mt, riesco a godere dello splendido panorama offerto dai crateri e dell’emozione di passare in uno strettissimo sentiero lungo il bordo fra enormi cavità nella montagna di lava. Per un momento dimentico il mio obiettivo ma, la vista del punto di ristoro, mi ricorda che ci sono riuscito. Riesco a transitare al km 24 in circa 5 ore e 14 e così posso continuare fino al traguardo. Adesso subentra la stanchezza. I successivi 2 km lungo una strada in salita sono molto duri, il sole sempre più forte ed anche le gambe adesso sono arrivate al capolinea. Arrivo al punto di ristoro in cima a 2.420 mt, mando giù un bicchiere di the, un paio di bicchieri d’acqua e parto per la discesa. Trovo una gradita sorpresa: la sabbia lavica rende particolarmente morbida l’andatura, posso lasciarmi andare senza subire forti contraccolpi e così posso correre. Finalmente vedo nuovamente Piano Provenzana e sento la voce di Aldo Siragusa: concludo in 6 ore e 44 circa e taglio il traguardo tenendo per mano Martina e Chiara. Sono veramente contento soprattutto per la mia tenuta psicologica: posso affermare che la testa ha prevalso sulle gambe. Adesso ho solo voglia di riposarmi e, fra l’altro, dai sintomi credo proprio che l’urto della caduta mi abbia provocato un’incrinatura ad una costola. Dopo l’arrivo vado dritto verso l’ambulanza per farmi medicare le ferite e poi a fare una meritata doccia per rimuovere il colore nero assunto dal mio corpo. Sembrerà strano ma, nonostante quanto accaduto, questa gara mi ha soddisfatto molto e sicuramente sarà una di quelle che ricorderò più a lungo.





venerdì 6 luglio 2012

Ecotrail delle Valle dell'Imera - Borgo Turolifi (CL) - 01/07/2012

La doccia liberatoria a fine gara. Foto G. Maniscalco
Come in un'automobile per ridurre la temperatura occorre versare acqua nel radiatore, così anche per il nostro corpo avviene che in alcuni casi bisogna raffreddare i "circuiti". Penso che la foto sopra si commenti da sola.
Trovarsi in mezzo a distese di terra da attraversare ad una temperatura superiore ai 40 gradi, percorrere tratti di salita quasi verticali sotto un sole che ti rende ogni passo pesante oltre ogni immaginazione, attraversare più volte un fiume e constatare che l'acqua ha la temperatura di uno scaldabagno, bagnare il volto ed il cappello ad ogni punto di ristoro ed accorgersi che, dopo qualche minuto, sono nuovamente asciutti: queste sono solo alcune delle sensazioni che abbiamo vissuto percorrendo i circa 16 Km della gara. Già lo scorso anno avevamo sofferto particolarmente le alte temperature di una delle zone più calde della Sicilia, ma quest'anno il termometro ha fatto segnare sicuramente il record di calore. Siamo circa in 200 fra partecipanti alla gara competitiva ed al walktrail, partiamo con qualche minuto di ritardo rispetto a quanto prefissato ed, in mezzo ad un nuvolone di polvere sollevata calpestando la terra arsa dal sole, affrontiamo la prima salitella subito fuori dal borgo. Basta passare per i campi e ti rendi subito conto che oggi si dovrà ridurre l'andatura a causa del gran caldo. Il sole non fa sconti ed in questi casi la giusta idratazione assume un ruolo assolutamente vitale. Il pezzo forte è la seconda salita che mette a dura prova la resistenza del fisico: la affronto con molta cautela sotto un sole che, già alto, sferra un attacco micidiale ed alla fine riesco anche a terminarla senza particolari danni. Al 11 Km una graditissima doccia abbassa la temperature del corpo e consente di riprendere con più energia l'avvicinamento al traguardo. Poi si scende fino ad arrivare nuovamente al fiume e quindi l'ultima salita, anch'essa quasi verticale, sferra il colpo di grazia al fisico che ha già accumulato troppo calore. Adesso c'è bisogno veramente di rinfrescarsi ancora di più e, poco dopo, quasi in prossimità del traguardo, ci viene concessa una seconda doccia. Adesso ci aspetta un mese di allenamenti ed il 5 agosto la 30Km dell'Etna. Anche in questa gara la temperatura sarà molto alta e l'esperienza di Borgo Turolifi sicuramente molto preziosa.



giovedì 7 giugno 2012

Ecomaratona delle Madonie - Polizzi Generosa (PA) - 03/06/2012

Foto di Davide Sabatino

Forse per causa del gran caldo, forse per causa di una preparazione inadeguata, forse per causa di una momentanea indisposizione, forse per causa dell'affaticamento delle gare dei mesi precedenti o forse per una causa che ignoro, questa foto rappresenta in pieno la mia prestazione alla sesta edizione dell'Ecomaratona delle Madonie. Parto, come ogni anno, molto cauto conoscendo molto bene il mio punto critico: la seconda salita del vallone Madonna degli Angeli. Ma già dai primi chilometri capisco che oggi non è giornata. Il mio fisico non risponde come di consueto e, ben presto, mi trovo in seria difficoltà. Per il resto della gara infatti alterno momenti di sconforto a timidi accenni alla corsa. Incontro mia moglie e le mie figlie in prossimità dell'inizio del sentiero degli Abies nebrodensis che, anche loro, si rendono conto che sarebbe un errore continuare a spremere il fisico che non ne vuole più. Grazie al mio amico Davide Sabatino decido di continuare ancora fino al punto di ristoro di Piano Jole al 27° Km. Adesso sono veramente sicuro di porre fine alla mia gara, anche se sono quasi arrivato alla vetta. Non trovo una causa precisa per il mio ritiro, solo un gran senso di debolezza e sensazione di vomito quasi costante. Oltretutto mi preoccupa l'idea di affrontare in queste condizioni la lunghissima discesa di Madonna dell'Alto. Saluto e ringrazio Davide che mi ha incoraggiato a lungo e attendo il primo passaggio che mi avrebbe riportato alla partenza.  Anche quest'anno mi preme mettere in evidenza l'ottima organizzazione e la perfetta tracciatura del percorso. La presenza di circa 300 mt di dislivello in più e l'eliminazione di alcuni tratti di strada pietrosa a vantaggio di single tracks meno monotoni e più panoramici ha aggiunto qualcosa in più al già alto coefficiente tecnico del percorso. Insomma un appuntamento da non mancare. Ed infatti già penso alla mia rivincita l'anno prossimo. 






mercoledì 2 maggio 2012

78 Km in tre giorni

La Panormus Bike Team che mi ha adottato sportivamente
Il mio arrivo alla 1° tappa
Il mio arrivo alla 2° tappa

Questa esperienza proprio mi mancava. Non solo perché ho corso tre tappe in tre giorni, ma anche perché ho debuttato in una gara di Mountain Bike che mi ha aperto nuove prospettive di allenamento e di divertimento. Si comincia il 29 aprile a Calatafimi con la Gran Fondo delle Valli Segestane, gara sulla distanza di 42 Km. Un susseguirsi di emozioni andando su e giù lungo percorsi molto suggestivi. Salite che ti spezzano le gambe e discese spericolate. Splendidi passaggi con vista sul tempio greco e attraversamenti di corsi d'acqua che rendono il tracciato molto vario. Cado anche due volte ma non sento tanto dolore (al momento). Me ne accorgerò il giorno successivo quando partirò per la gara di trail sui monti Sicani. Il giorno 30 aprile si parte per Palazzo Adriano per affrontare la prima delle due tappe della 4° prova del circuito Ecotrail Sicilia. Si comincia dalla centrale idroelettrica di San Carlo e, in 18 Km massacranti, si giunge al lago di Gammauta. Passaggi molto interessanti fra le gole scavate dal fiume Sosio ed attraversamenti delle acque con immersioni fino alle ginocchia.   Un'interminabile salita di circa 9 km sotto un sole cocente che mette a dura prova la resistenza. Le gambe sono molto pesanti ma si deve finire e concludo in 2 ore e 19. Il giorno 1 maggio la seconda tappa: si parte dalla mitica piazza Umberto I di Palazzo Adriano nei pressi della splendida fontana cinematograficamente famosa in tutto il mondo per affrontare i 18 Km che mi dividono dalla conclusione delle fatiche. Parto molto tranquillo ed affronto la prima salita cautamente. La scelta è giusta perché le gambe fanno i capricci. Finisco in 2 ore e 28 e mi godo un bel pediluvio nell'acqua ghiacciata della fontana. Adesso posso veramente essere soddisfatto, non solo perché ho macinato 78 Km in tre giorni ma anche perché il dolore al ginocchio destro che, dopo la maratona di Roma, mi aveva costretto ad un doloroso e prolungato stop è finalmente passato ed adesso posso pensare in maniera più ottimistica.






domenica 1 aprile 2012

venerdì 23 marzo 2012

Maratona di Roma - 18 marzo 2012. La mia prima volta... sull'asfalto

Il mio passaggio da San Pietro
Adesso sono pronto per partire
Prima o poi doveva accadere, dovevo provare la lunga distanza sulla strada. E quale migliore occasione della Maratona di Roma, una fra le più affascinanti e dure nel panorama mondiale. La lunga preparazione è andata abbastanza bene, anche se il freddo e le piogge invernali hanno reso tutto alquanto pesante. Ma la voglia di fare una bella prestazione ha reso quasi insignificanti questi fattori e mi ha permesso di arrivare al giorno della gara con una discreta preparazione ed una buona condizione fisica. Come sempre con la mia famiglia al seguito approfittiamo per visitare alcuni dei monumenti della splendida città e trascorriamo il giorno precedente facendo i turisti. Il momento della partenza è forse stato il più emozionante della mia esperienza. Trovarsi in mezzo a 16.000 persone in attesa dello sparo che avrebbe dato inizio alla competizione è un'esperienza veramente unica che ti permette di renderti conto di quanto possa essere coinvolgente e gratificante la pratica dello sport e quanto, solo in un  momento, possano venire ripagati mesi di sacrifici per prepararsi adeguatamente. Non nascondo che una lacrimuccia per qualche istante ha solcato il mio volto prima di essere trascinato via dalla marea di persone che cominciavano a correre. Dopo i primi 5 km all'andatura di 5'29'' in mezzo alla folla che ti premeva da ogni lato, stabilizzo l'andatura intorno ai 5'00''. Le gambe sono toniche e il passo è regolare. Mi sento bene e passo ai 21,097 Km in 1:47 circa. I palloncini azzurri dei "pacers" delle 3 ore e 30 sono circa 200 mt davanti a me e non faccio alcuna fatica a lasciare inalterata tale distanza. Arrivo al km 23 ancora abbastanza tranquillo quando, all'improvviso in un tratto in piano, sento qualcosa nella parte laterale esterna del ginocchio destro. Un indolenzimento che, dapprima sotto forma di fastidio, dopo qualche km si trasforma in dolore più consistente. Al km 26 sono costretto a fermarmi, dapprima per alcuni secondi e successivamente con cadenza ricorrente. La sensazione è quella di avere una lama piantata nel ginocchio che ad ogni passo si pianta sempre più. Riesco ad arrivare al km 31 fra una sosta e l'altra. Vedo sfilare davanti a me i palloncini delle 3 ore e 45 e non riesco a seguirli. In prossimità del lungo Tevere incontro mio fratello Marco che, reduce da una fastidiosa affezione e relativa cura di antibiotici, anche lui si è fermato e, come mi comunica, medita il ritiro. Comunque non mi rassegno; sono venuto a Roma per terminare la Maratona. Quando affronti una gara come questa, qualcosa scatta nella tua testa, qualcosa ti permette di superare la sofferenza e ti spinge a fare un passo in più del precedente. E' un vero peccato, mi sento ancora abbastanza carico, non sono assolutamente stanco, potrei tranquillamente continuare il ritmo dei km precedenti, ma il ginocchio destro non regge più bene il corpo e, ad ogni passo, provo la sensazione di cadere per terra. Affronto con grande dolore i tratti in leggera discesa e poi comincia il tratto con i famigerati "sanpietrini". Il ritmo si trasforma in circa 7'00'' a km. L'incitamento della gente al passaggio da Piazza Navona, Piazza del Popolo e dalla via del Babuino mi porta a non rallentare ulteriormente. Vengo superato anche dai palloncini dell 4 ore e non riesco a mantenere il ritmo. Ma il dolore mi ha davvero stancato tanto. A Piazza di Spagna incontro Stefania e le bambine che gridano forte per incoraggiarmi. Sento uno stimolo in più per finire la gara; mi fermo qualche secondo per fare alcune foto con loro e approfitto anche per far diminuire il dolore. Riparto per gli ultimi 4 km con l'unico obiettivo di arrivare. Il ritmo scende ancora: 8'00'' nel km 41 e 9'00'' nel km 42. Adesso sono in prossimità del Colosseo, solo una salita di 100 mt ed una discesa di 200 mt mi separano dall'arrivo. Riesco a correre in salita ma mi pianto completamente in discesa. Mancano solo pochi metri ma non riesco più a stare in piedi; il momento che avevo sognato da mesi, quello del taglio del traguardo con un allungo, non riuscirò a realizzarlo. Accenno una specie di corsa che mi porta a superare la linea in 4:19:04 con un tempo reale di 4:17:41. Non nascondo che, nonostante il tempo sia alto rispetto a quanto mi proponevo, resto un po' sorpreso dal fatto di essere riuscito a completare la prova. La partecipazione ad una manifestazione di queste ti lascia il segno in ogni caso. Avrò tempo per rifarmi. Intanto sicuramente farò tesoro di quest'esperienza e conserverò queste sensazioni come bagaglio per tutte le altre gare che in futuro correrò. Questa è stata la prima maratona e sono sicuro che non sarà l'ultima. Nonostante abbia già corso tantissime volte la distanza andando su e giù per le montagne, mi sono reso conto della fatica che si deve affrontare in una maratona su strada. Per questo sicuramente possiede un fascino particolare che non può non colpire chi la pratica. Considero comunque positiva la mia esperienza perché correre in mezzo a tanta gente ed a tanti monumenti imponenti è qualcosa di fantastico e, comunque vadano le mie future gare, la prima volta non si scorda mai.


martedì 28 febbraio 2012

Ecotrail della Contea di Butera - Butera 26 febbraio 2012







E si ricomincia... Dopo i giorni di pioggia e freddo delle scorse settimane, un sole splendente ed una giornata limpidissima hanno benedetto la prova di inizio del circuito Ecotrail Sicilia 2012. Ed è subito record di partecipazione: oltre duecento infatti gli atleti a prendere il via dall'area attrezzata Comunelli, una vera e propria oasi situata a circa 8 km da Butera ricca di numerose specie vegetali e pervasa da un'atmosfera veramente affascinante. Il terreno, ancora molto fangoso, impone alle gambe un lavoro estremamente faticoso, alcune parti del percorso ci fanno subito rendere conto che i 540 m di dislivello positivo dichiarati solo apparentemente rendono la gara poco impegnativa. Ci accorgiamo infatti che i continui cambi di ritmo dicono che oggi ci sarà da sudare e da faticare. Ed infatti i tempi  indicano chiaramente che non si è trattato di una passeggiata. Non cambia il finale con le espressioni di soddisfazione e di allegria di tutti gli atleti che, dopo la gara, si rifocillano con un meritato "arrusti e mancia".

domenica 19 febbraio 2012

Eco Ciaspolata delle Madonie - Piano Battaglia 05/02/2012



Neanche la neve e le nevicate riescono a fermare la voglia di correre. Così si è svolta la 2° edizione dell'Eco Ciaspolata delle Madonie, ossia una corsa sulla neve dove, insieme alle scarpe, si indossano anche le ciaspole. Il risultato è uno sforzo atletico più impegnativo. Circa un metro di neve ha fatto da cornice alla gara di circa 4 km che ha visto impegnati una ventina di atleti ed alcuni passeggiatori. Ottima come sempre l'organizzazione di Roberto Cipriano e ottimo il percorso preparato dal maestro Mimmo Patti. Dopo la manifestazione a Piano Noce due tipi di pasta con fagioli (rigorosamente "badda") e vino a volontà. Segue la premiazione e la festa per una splendida giornata di sport in compagnia. 




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